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Domenico, morto in gita: aveva addosso una maglietta. Inattendibile il messaggio in chat

Nuovi particolari sull’indagine sulla morte di Domenico Maurantonio, il 19enne padovano morto in gita a Milano dopo essere precipitato dal quinto piano di un hotel. Al momento della caduta il ragazzo indossava solo una maglietta: gli slip e i pantaloncini erano vicino al cadavere. Prenderebbe sempre più corpo l’ipotesi di una goliardata finita tragicamente. Giudicato inattendibile il messaggio Whatsapp mostrato da “Chi l’ha visto?”.
A cura di Francesco Loiacono
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Update: Il messaggio in chat che raccontava la morte del 19enne Domenico Maurantonio è inattendibile. Lo ha detto il capo della Squadra mobile di Milano. Gli investigatori hanno spiegato che l’autore del messaggio, mostrato mercoledì sera dalla trasmissione tv "Chi l'ha visto?", "è stato a lungo cercato e infine individuato ma non sa niente. La persona in questione è un frequentatore dell’albergo – ha detto il capo della mobile Alessandro Giuliano -. Tutto ciò che ha scritto è frutto di un passaparola, di notizie apprese sui giornali o in televisione. Non è un testimone diretto".

Emergono nuovi particolari dall'indagine sulla morte di Domenico Maurantonio, lo studente 19enne di Padova morto a Milano mentre era in gita con la scuola. Secondo quanto rivelato dagli inquirenti, gli indumenti intimi e i pantaloncini del ragazzo precipitato dal quinto piano dell'hotel Leonardo di Bruzzano, a nord di Milano, sarebbero stati trovati accanto al suo cadavere. Domenico, quindi, al momento della caduta indossava solo una maglietta. Se questi particolari dovessero essere confermati l'ipotesi della goliardata tra compagni di classe finita tragicamente prenderebbe ulteriormente consistenza: al momento è avvalorata anche dai numerosi alcolici sequestrati dagli inquirenti nelle stanze dei ragazzi della quinta E dell'Ippolito Nievo dopo la tragica morte di Domenico.

Le indagini

Il cadavere del ragazzo è stato scoperto attorno alle 8 del 10 maggio da un imbianchino che lavorava all'esterno. Qualcuno potrebbe aver gettato gli indumenti intimi giù dalla finestra da cui poi Domenico è precipitato in un arco di tempo che va dalle 5.30 alle 7 di quella mattina. Al momento, nell'ambito delle indagini coordinate dal pubblico ministero Claudio Gittardi e condotte dalla Squadra mobile, in attesa degli esiti degli approfondimenti medico-legali, tossicologici e genetici, ci sono alcuni dati ritenuti certi: la caduta non è stata accidentale, in quanto il parapetto della finestra da cui è precipitato è alto 1 metro e 10 cm, cosa che fa supporre che Domenico debba o essersi sporto volontariamente o con l'aiuto di qualcun altro. Accertati anche i segni ecchimotici trovati sul braccio destro, la serata a base di alcol, non solo birra ma anche superalcolici, il ritrovamento di feci nel corridoio e il fatto che il giovane, prima di volare giù, si fosse sporcato.

Da quanto è stato riferito, i compagni di classe di Domenico hanno fornito una serie di dettagli, ma alcuni passaggi dei loro verbali presenterebbero delle incongruenze e, pertanto, inquirenti e investigatori proseguiranno con le loro audizioni.

Inattendibile il messaggio su Whatsapp

Al vaglio degli inquirenti era poi finito il messaggio Whatsapp mostrato mercoledì sera nel corso della trasmissione televisiva "Chi l'ha visto?": uno stralcio di una conversazione tra due persone nella quale una racconterebbe all'altra cosa fosse successo la sera tra sabato 9 e domenica 10 maggio: "L’altra sera dei ragazzi di una scuola di Padova sono venuti da noi in hotel…. Di notte si sono ubriacati da fare schifo e hanno deciso di fare degli scherzoni sui corridoi dell’hotel. Il “migliore” di questi scherzi è stato defecare per il corridoio del quinto piano… non contento, uno di questi per fare il figo decide di mettersi sul cornicione per farla dalla finestra… quindi si fa tenere per le braccia dagli amici e vola giù. Gli amici non hanno detto niente a nessuno e sono tornati in stanza… il corpo è stato trovato la mattina dopo", recita il testo del messaggio.

Tutta la storia di Domenico Maurantonio

Dopo le verifiche, il capo della Squadra mobile ha giudicato però "inattendibile" il messaggio. La polizia era d'altronde convinta che l'autore del messaggio, se avesse avuto elementi di prima mano e oggettivi, ossia se fosse stato testimone, li avrebbe riferiti alla polizia. Il pm Gittardi aveva effettuato accertamenti per capire l'origine di quelle presunte informazioni riportate dalla persona nel messaggio e se fossero di prima, seconda o terza mano e, quindi, se fossero attendibili.

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