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Processo Corona: ancora aperte le indagini su chi piazzò la bomba carta sotto casa sua

Sono ancora aperte le indagini per individuare chi posizionò una bomba carta sotto casa di Fabrizio Corona il 15 agosto dell’anno scorso. Da quell’episodio partirono le indagini che hanno portato all’arresto e al nuovo processo per il fotografo. A parlare delle indagini sulla bomba carta è stata la dirigente della squadra mobile di Milano Liliana Ciman, che ha escluso il coinvolgimento del calciatore Giuseppe Sculli, denunciato da Corona.
A cura di Francesco Loiacono
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È iniziato tutto con quella bomba carta, esplosa sotto la casa di Fabrizio Corona in via De Cristoforis a Milano la notte del 15 agosto scorso. Da lì sono scaturite le nuove indagini sull'ex re dei paparazzi, che hanno portato alla scoperta di 1,7 milioni di euro nel controsoffitto dell'abitazione di Francesca Persi, collaboratrice di Corona, e all'arresto per entrambi. Ma le indagini su chi piazzò quella bomba proseguono e non sono ancora chiuse: lo ha spiegato la dirigente della sezione criminalità organizzata della Squadra Mobile di Milano, Liliana Ciman, durante una nuova udienza del processo in corso a Milano a carico di Corona e della sua collaboratrice.

Il calciatore Giuseppe Sculli non c'entra con l'episodio della bomba carta

La dirigente ha detto che deve ancora essere individuato il responsabile del gesto, chiarendo che il calciatore Giuseppe Sculli, denunciato dall'ex "fotografo dei vip" per tentata estorsione, non c'entra con la bomba carta. I rapporti tra Sculli e Corona erano stati al centro dei momenti più tesi della scorsa udienza, quando Corona aveva anche preso a calci una sedia ed era sbottato contro un altro poliziotto ascoltato come teste, il commissario Luca Izzo, responsabile della sezione reati contro il patrimonio della Squadra mobile di Milano: "In nome della legge uno che rappresenta la polizia non può venire in aula a dire bugie", aveva detto Corona. La difesa del fotografo aveva poi contestato diversi punti della deposizione, lamentandosi inoltre del fatto che le indagini sulla bomba carta denunciata da Corona non fossero state approfondite. Accusa alla quale la dirigente della squadra mobile ha oggi risposto.

In aula anche la mamma e la fidanzata di Corona

Il fotografo, in carcere a San Vittore dallo scorso 10 ottobre (mentre la Persi ha ottenuto i domiciliari), deve difendersi dalle accuse di intestazione fittizia di beni, frode fiscale e violazione delle norme patrimoniali sulle misure di prevenzione. In aula, come nelle scorse udienze, si è presentata anche la fidanzata di Corona, Silvia Provvedi, assieme alla sorella gemella Giulia: le due formano il duo musicale "Le Donatella". Presente anche la mamma del fotografo.

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