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Pavia, mamma disperata porta il figlio 13enne in questura: “Ruba, tenetevelo voi”

A Pavia una donna di 40 anni originaria dell’Est Europa, disperata dalle continue fughe del figlio tredicenne e dalle sue continue malefatte insieme a cattive compagnie, lo ha portato in questura dicendo agli agenti di tenerselo: “Sono disperata, non ce la faccio più”.
A cura di Francesco Loiacono
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Si è presentata in questura, a Pavia, insieme al figlio 13enne. E all'agente di piantone ha detto: "Tenetevelo pure, non ce la faccio più. Ruba, scappa di casa, sono disperata". Sono state queste parole, come riporta il quotidiano La Provincia Pavese, a far emergere il dramma di una donna di 40 anni originaria dell'Est Europa. La donna, che a Pavia aveva fatto la cameriera fino a qualche mese fa, da mesi era alle prese con le intemperanze del figlio. Il ragazzino ha lasciato la scuola due anni fa. Da allora per la donna sono iniziati i patemi: il 13enne è scappato di casa più volte, con fughe sempre più lunghe. Ogni volta è stato rintracciato e riportato a casa dalle forze dell'ordine, ma non è cambiato nulla: dopo un periodo di apparente calma il ragazzino scappa di nuovo.

Pavia, mamma disperata porta il figlio 13enne in questura: "Ruba, tenetevelo voi"

Ad aggravare la situazione, secondo quanto ha riferito la donna ai poliziotti, il fatto che suo figlio da qualche tempo abbia iniziato a frequentare compagnie poco raccomandabili: un gruppo di magrebini che, secondo la madre, farebbe compiere al ragazzo piccoli furti nelle vie del centro storico e lo coinvolgerebbe forse anche nello spaccio di droga. Proprio per cercare di badare a suo figlio, la donna aveva lasciato il suo lavoro come cameriera. Tutto inutile: le fughe e i problemi erano proseguiti. Così come inutile si è rivelata anche l'ultima soluzione tentata dalla madre: lasciare Pavia per ritornare nel suo Paese d'origine, nella casa dei genitori. Il ragazzino, però, era scappato proprio poco prima di salire sull'autobus.

Da qui la decisione estrema della madre: recarsi negli uffici della questura di via Rispondo e denunciare la situazione agli agenti. Adesso a decidere sul futuro del ragazzo sarà il tribunale dei minori di Milano. Il 13enne potrebbe essere dato in affido a una comunità o tornare a vivere con la madre, lontano dall'Italia: ma bisogna vedere in questo caso se la donna accetterà di buon grado la decisione. E, soprattutto, se il figlio non fuggirà ancora una volta.

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