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Domenico Maurantonio, spunta la pista della colluttazione: si cercano tracce sulle unghie

Gli investigatori che indagano sul caso di Domenico Maurantonio, lo studente morto mentre era in gita a Milano, stanno esaminando le unghie del ragazzo in cerca di tracce genetiche di altre persone. Si ipotizza che Domenico abbia avuto una colluttazione prima di morire. Intanto i genitori del ragazzo hanno rivolto in tv un appello agli amici che erano con lui quella notte: “È il momento che le coscienze si aprano”.
A cura di Francesco Loiacono
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Spunta una nuova pista sul caso di Domenico Maurantonio, lo studente 19enne morto a Milano mentre era in gita con la sua classe. Secondo quanto riportato da Repubblica, gli investigatori ipotizzano che il ragazzo prima di morire, precipitando dal quinto piano dell'hotel Da Vinci a Milano, possa avere avuto una colluttazione. Per questo si starebbero esaminando le unghie del ragazzo in cerca di tracce di Dna non appartenenti a Domenico. Tracce genetiche estranee potrebbero però anche confermare che qualcuno stesse tenendo il ragazzo sul davanzale della finestra: sarebbero in ogni caso la conferma della presenza di testimoni oculari della tragedia. Le indagini procedono anche per quanto riguarda le analisi delle feci rinvenute nel corridoio e anche sul luogo della caduta, vicino al corpo del ragazzo: si cerca di capire se appartengano anche ad altre persone.

I genitori rivolgono un nuovo appello agli amici

Intano, i genitori di Domenico sono tornati a rivolgere un accorato appello ai suoi compagni per chiedere verità su quanto accaduto la notte tra il 9 e il 10 maggio scorsi all'hotel Da Vinci di Milano. Questa volta hanno scelto la tv, rilasciando un'intervista alla trasmissione di Rai uno Unomattina: "Nei confronti di Domenico c'è un debito di giustizia e di verità –  ha detto la madre del ragazzo, Antonia Comin, tra le lacrime -. È quindi il momento che le coscienze si aprano e si facciano carico di questo debito, assolvendolo senza reticenze, come dovuto da parte di chi sa, e soprattutto da parte di amici veri", ha concluso la mamma di Domenico, di professione insegnante.

Il padre di Domenico: "Qualcuno ora deve parlare"

Parole pesanti, quelle scelte dai genitori di Domenico, che sperano di smuovere l'incredibile muro di omertà che circonda la morte del loro figlio. "Nessuno era presente, nessuno ha sentito, nessuno ha visto. Non è assolutamente credibile. Qualcuno deve ora parlare", ha detto il padre Bruno, impiegato di banca, che aveva già espresso tutta la propria amarezza per il silenzio dei compagni di classe di Domenico, attribuendolo all'inizio allo choc per quanto avvenuto.

Martedì sul Mattino di Padova ha parlato finalmente uno dei compagni presenti la notte della tragedia, smentendo di aver tradito Domenico e spiegando anche che il loro silenzio sarebbe stato "imposto" dalla questura di Milano per non disturbare le indagini. Il ragazzo non è però riuscito ad aggingere alcun elemento su quanto accaduto a Domenico: "Neanche noi sappiamo cosa sia successo quella notte, non abbiamo visto né sentito". Lo sviluppo delle indagini resta dunque ancorato al contenuto dei telefonini sequestrati ad alcuni compagni di classe di Domenico, agli interrogatori di alcuni ragazzi – proseguono anche quelli agli studenti dell'altra classe in gita con la quinta E dell'Ippolito Nievo di Padova – e all'esito definitivo degli esami tossicologici: i primi risultati hanno chiarito che Domenico aveva bevuto poco e non aveva ingerito lassativi.

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