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No Expo, la procura indaga per devastazione. Fino a 15 anni di carcere per i vandali

È questa l’ipotesi di reato al centro dell’inchiesta aperta dalla procura di Milano in ordine agli episodi di vandalismo avvenuti durante le proteste contro l’apertura dell’Esposizione Universale 2015. I teppisti hanno bruciato auto, lanciato molotov e bombe carte e dato fuoco ala filiale di un istituto di credito.
A cura di An. Mar.
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Auto incendiate, palazzi e negozi dati alle fiamme e danneggiati, sassi e petardi lanciati contro le forze dell'ordine, insegne divelte, fioriere distrutte, a Milano, durante il corteo di protesta contro la kermesse Expo 2015, è successo veramente di tutto. Violenze e crimini andati inscena mentre i riflettori delle più importanti emittente televisive erano puntati su Milano e sull'Italia, che non rimarranno impuniti.

La Procura di Milano ha aperto un fascicolo per devastazione, reato previsto dall'articolo 419 del codice penale, in ordine agli episodi di sabato 1° maggio, un reato punibile con una pena che va dagli 8 fino ai 15 anni di carcere. Intanto, sono già finite in manette 5 persone, arrestate in flagranza di reato per resistenza, lesioni e altri reati contestuali. Al vaglio del procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, capo del pool antiterrorismo, ci sono anche le immagini registrate di alcune telecamere di videosorveglianza e quelle delle tv che hanno ripreso la guerriglia. I filmati permetteranno di ricostruire l'esatta dinamica dei fatti e di accertare le responsabilità dei violenti. Al vaglio dei magistrati anche le posizioni di 10 altre persone oltre a quelle già arrestate . Un reato che prevede pene comprese tra un minimo di 8 anni e un massimo di 15 anni di carcere.  Per fare il bilancio dei danni provocati è stato convocato in Prefettura anche il Comitato per l'ordine pubblico e per la sicurezza.

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