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Niente carcere per Fabrizio Corona: sconterà la pena residua in affidamento

Fabrizio Corona non tornerà in carcere. L’ex fotografo dei vip finirà di scontare la pena residua (5 anni e un mese) in affidamento in prova ai servizi sociali. È l’effetto pratico della decisione del giudice per le indagini preliminari di Milano, Ambrogio Moccia, che ha definito la pena residua da scontare per Corona: essendo sotto i sei anni il carcere è scongiurato.
A cura di Francesco Loiacono
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Fabrizio Corona, l'ex re dei paparazzi, non tornerà in carcere. È l'effetto pratico della decisione del giudice per le indagini preliminari di Milano Ambrogio Moccia, che consentirà all'ex fotografo dei vip di scontare la pena residua in affidamento in prova ai servizi sociali. Il gip ha riconosciuto a Corona la continuazione tra i reati di estorsione, tentata estorsione e bancarotta per i quali era stato condannato in via definitiva. Al contrario, ha aumentato la pena di 8 mesi riconoscendo come reato ulteriore la corruzione (Corona aveva corrotto una guardia penitenziaria). In totale, però, il cumulo di pena residua è inferiore a sei anni (5 anni e un mese) ed eviterà all'ex re dei paparazzi il carcere.

Corona era preoccupato di tornare in carcere

Fabrizio Corona, difeso dagli avvocati Antonella Calcaterra e Ivano Chiesa, era molto preoccupato di poter finire nuovamente in carcere. Sei giorni fa davanti al gip aveva rilasciato una dichiarazione, definendosi "cambiato": "Fatemi continuare il mio percorso di recupero in affidamento ai servizi sociali", aveva detto nell'udienza.

La vicenda processuale che riguarda l'ex re dei paparazzi è molto complessa. Corona è stato condannato per estorsione nei confronti dell'ex attaccante della Juventus, David Trezeguet, per tentata estorsione per la vicenda dei cosiddetti ‘fotoricatti' e per bancarotta per il crac della sua agenzia fotografica. In aggiunta, l'ex fotografo è stato condannato per aver corrotto una guardia penitenziaria, che gli fece arrivare in carcere una macchina fotografica quando era stato arrestato nell'inchiesta ‘Vallettopoli'.

Dallo scorso 27 ottobre l'ex agente fotografico è potuto rientrare nella sua casa di Milano, ottenendo l'affidamento in prova "sul territorio". Un affidamento le cui condizioni sono state inasprite (con il divieto di allontanarsi dalla Lombardia), dopo che quest'estate uscirono alcune foto "hot" di Corona durante una vacanza in yacht – non autorizzata – all'isola di Capri.

Nel 2014 l'allora gip di Milano Enrico Manzi aveva portato il cumulo di condanne definitive a carico di Corona a 9 anni (da 13 anni e 2 mesi), consentendogli di lasciare il carcere (dove ha scontato oltre due anni) e di ottenere l'affidamento in prova ai servizi sociali. Una decisione impugnata dalla procura: adesso la nuova sentenza del gip, che evita a Corona il carcere.

Il giudice: "Corona condizionato dalla sua tossicodipendenza"

Secondo quanto riferito dal gip Moccia, le condotte di Fabrizio Corona sono state condizionate dalla sua "provata condizione di tossicodipendenza". Anche questo è uno dei motivi che ha spinto il giudice a riconoscere la continuazione di alcuni reati, aumentando di soli 8 mesi il cumulo delle pene a suo carico e permettendogli così di poter continuare a scontare il suo residuo di pena lontano dal carcere. Nel provvedimento del gip si legge che la "sussistenza di continuazione fra i reati" commessi da Corona "riveste la condizione di tossicodipendenza che provatamente ha condizionato e contribuito a causare le condotte delittuose di Corona". Il giudice ha aggiunto che la "sfrontatezza operativa" dell'ex re dei paparazzi era "una forma di approccio all'operatività". Il passaggio è chiarito successivamente: Corona era spinto "dalla spasmodica necessità di poter disporre di liquidità ‘in nero' per poter remunerare i ‘paparazzi' e quindi approvvigionarsi di ‘foto azionabili' per ottenere importanti profitti anche criminosi". Il gip ha poi riconosciuto in Corona una "disinvoltura criminosa modellata in comportamenti devianti".

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