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Milano, sgomberata casa Aler in via Giambellino: materasso e lenzuola giù dal balcone

A Milano continuano gli sgomberi ai danni degli occupanti abusivi delle case popolari. Questa mattina un uomo è stato sgomberato dal suo alloggio in via Giambellino 138, gestito dall’Aler: il materasso e le lenzuola sono stati buttati dal balcone. L’inquilino è stato poi portato in commissariato. Dopo lo sgombero sono seguite le proteste di alcuni manifestanti, che hanno imbrattato la sede Aler di via Inganni.
A cura di Francesco Loiacono
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Nella "Milano pigliatutto" che vuole l'informazione della Rai (dopo quella di Sky), le agenzie europee di Londra e lo status di nuova Capitale d'Italia, continuano gli sgomberi ai danni di chi occupa abusivamente le case popolari. Questa mattina polizia, addetti dell'Aler e un'impresa di traslochi sono intervenuti in via Giambellino, al civico 138. I solerti addetti della ditta di traslochi, come documentato fotograficamente dal "Comitato abitanti Giambellino e Lorenteggio", non sono andati troppo per il sottile, buttando dal balcone della casa occupata e sgomberata alcuni oggetti come un materasso, con tanto di lenzuola.

L'Aler: "Al momento dello sgombero non c'era nessuno"

L’appartamento in questione, ha fatto sapere l'Aler, era stato originariamente occupato nel 2015 da una donna, la quale secondo accertamenti e sopralluoghi recenti lo aveva da tempo abbandonato: "Pertanto, in occasione del tavolo condiviso in Prefettura, l’appartamento era stato individuato come oggetto di intervento di sgombero e di conseguente riattamento per future assegnazioni". Secondo l'Azienda lombarda di edilizia residenziale quando è iniziato lo sgombero nell'appartamento non era presente nessuno: "L’appartamento appariva scarsamente arredato e dotato quasi unicamente di alcuni materassi buttati per terra. Il nuovo occupante, giunto successivamente sul posto, ha prelevato i propri oggetti personali, autorizzando gli operatori a rimuovere la parte rimanente (il poco mobilio e i materassi) poiché non di sua proprietà".

L'occupazione abusiva degli alloggi popolari è strettamente connessa con l'emergenza abitativa. Si tratta naturalmente di un reato e chi occupa, si dice spesso, lo fa a discapito di nuclei famigliari che avrebbero diritto a un alloggio. Quando però non si tratta del frutto del pur esistente racket gestito da organizzazioni malavitose, e quando a occupare sono persone che si sono già rivolte alla burocrazia e ne sono state stritolate, illuse, deluse da attese e graduatorie immobili e incomprensibili, allora entrare in una casa (vuota) rappresenta per qualcuno l'ultima soluzione per non trovarsi in mezzo a una strada.

In questo caso l'occupante abusivo dell'appartamento per strada ci è finito lo stesso. L'uomo, secondo quanto riferito dal comitato degli abitanti della zona, è stato poi portato in commissariato in quanto su di lui penderebbe un provvedimento di espulsione, che sarebbe però stato annullato da una delle tante sanatorie.

Imbrattata la sede Aler di via Inganni

Dopo lo sgombero è partita la protesta di esponenti di centri sociali e comitati per la casa. Proteste che, come segnalato dall'Aler in una nota, sono proseguite prima davanti al commissariato di zona e poi davanti alla sede territoriale Aler di via Inganni: "I dipendenti di Aler, che stavano svolgendo il proprio lavoro all’interno della filiale, hanno abbassato le claire per inibire l’ingresso ai manifestanti che, tra gli insulti, hanno imbrattato le saracinesche e i marciapiedi".

La protesta dei manifestanti si è incrociata poi, per un caso fortuito, anche con l'assessore alla Casa Gabriele Rabaiotti e col delegato alle periferie Mirko Mazzali, impegnati in un "tour" per parlare proprio della riqualificazione del quartiere Giambellino. I due sono stati insultati: "Quando dalle offese avranno voglia di proporre idee e parlare io li ascolterò volentieri", ha detto Mazzali.

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