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Milano, ragazzina abusata nel cortile di un condominio del centro

Il tentato stupro sarebbe avvenuto nella tarda serata di lunedì nella zona di via Paolo Sarpi. Sul caso stanno indagando i magistrati del terzo Dipartimento della Procura di Milano, quello specializzato in violenze sessuali sui minori.
A cura di Enrico Tata
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Le indagini sono tuttora in corso e godono del massimo riserbo da parte degli inquirenti, ma stando a quanto si apprende una bambina avrebbe subito un tentativo di violenza in un cortile di una casa di Milano. Il tentato stupro sarebbe avvenuto nella tarda serata di lunedì nella zona di via Paolo Sarpi, la cosiddetta Chinatown milanese. Vittima una bambina di 6 anni, di origini cinesi. Sul caso, dopo la denuncia da parte dei genitori della bimba, stanno indagando gli agenti della squadra mobile del capoluogo lombardo e i magistrati del terzo Dipartimento della Procura di Milano, quello specializzato in violenze sessuali sui minori. Massimo il riserbo da parte degli inquirenti, considerando anche la delicatezza della vicenda e la minore età della vittima.

Tentata violenza in un cortile di Milano, il racconto della bambina

"Mi ha detto ‘andiamo' ma io non volevo. Non lo conoscevo. Allora mi ha preso per una spalla, mi faceva male. Mi ha fatto entrare in un portone, non di casa mia, ma in un palazzo vicino. E continuava a spingermi, fino a un cortile ", sarebbe stato il racconto della bambina almeno stando a quanto riporta Franco Vanni su La Repubblica. Nel cortile l'uomo avrebbe provato a violentarla, lei avrebbe urlato e lui sarebbe scappato. L'aggressore sarebbe un uomo sui 40 anni, forse italiano e comunque dalla carnagione chiara. Indossava una maglietta blu e un paio di jeans. Alcune telecamere installate in zona potrebbero aver ripreso tutta la scena. Secondo i risultati degli esami biologici effettuati alla clinica Mangiagalli, non ci sarebbero riscontri biologici della violenza sul corpo della piccola, segno che, fortunatamente, lo stupro è stato solo tentato. Impossibile risalire quindi al dna dell'aggressore e per questo gli investigatori affidano gran parte delle loro speranze proprio alle immagini registrate dalle telecamere di sorveglianza del condominio dove è avvenuta la violenza, che potrebbero aver ripreso l'uomo in volto.

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