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Milano, l’androide di Leonardo Da Vinci al museo della Scienza e della tecnica

Fino al 27 settembre un robot con le fattezze del genio del Rinascimento Leonardo Da Vinci sarà esposto al museo della Scienza e della tecnica di Milano, pronto a interagire con i visitatori. L’androide è stato realizzato dall’università di Osaka, in Giappone.
A cura di Francesco Loiacono
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Chi non desidererebbe farsi una chiacchierata con il genio del Rinascimento Leonardo Da Vinci? Fino al 27 settembre sarà possibile. Non ci sarà lui in persona, naturalmente, ma un androide dalla straordinaria somiglianza fisica, che interagirà con tutti i visitatori del museo della Scienza e della tecnica di Milano. Merito del professor Minoru Asada, dell'università di Osaka, in Giappone. È lui che, con la collaborazione dell'azienda A-Lab, ha realizzato l'androide, il cui viso è identico all'autoritratto che Leonardo realizzò quando aveva 63 anni.

Milano, l'androide di Leonardo Da Vinci al museo della Scienza e della tecnica

Leonardo, che è indissolubilmente legato a Milano perché qui vi trascorse 17 anni, risponderà alle domande dei visitatori durante i fine settimana. "Dietro" all'androide agirà un animatore che, servendosi delle più avanzate tecnologie di controllo e di movimento di cui il robot dispone, farà muovere lo scienziato toscano facendolo sembrare reale. La scelta di realizzare un robot con le fattezze di Leonardo da anziano è legata al fatto che, in Giappone, l'immagine del genio del Rinascimento è quella di un vecchio saggio con i capelli bianchi. Non dissimile, alla fine, da come se lo immaginò Massimo Troisi nel suo celebre film "Non ci resta che piangere": memorabili le scene del colloquio tra i due "dispersi nel tempo" Troisi e Benigni e un Leonardo forse non così svelto come se lo erano immaginati i due (anche se nel finale si rifarà).

Per realizzare il robot ci sono voluti otto mesi: quattro per costruirlo e altrettanti per mettere a punto i movimenti facciali che donano incredibile verosimiglianza all'androide. Non si tratta però solo di un gioco o di una realizzazione fine a se stessa, ma l'androide è frutto di anni di studi comportamentali e di neuroscienze per far agire in maniera naturale le macchine, in maniera che possano essere viste con sempre maggiore fiducia dall'uomo. Cosa che in Giappone avviene già: da noi invece, secondo Osada i robot sono ancora avvertiti come una minaccia.

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