Milano, il prete fa il saluto romano durante una cerimonia al cimitero per il neofascista Vivirito
Un prete che fa il saluto romano durante una cerimonia religiosa non è certo una scena che si vede tutti i giorni. Ma nel caso di don Orlando Amendola, cappellano del Campo X del Cimitero Maggiore di Milano, non è così. Il prete è infatti chiamato il "cappellano dei camerati": è lui a officiare l'annuale cerimonia per ricordare i caduti della Repubblica sociale italiana seppelliti proprio nella porzione del Musocco di cui è cappellano. Una cerimonia che si è tenuta anche quest'anno, non il 25 aprile, come accadeva provocatoriamente da tre anni a questa parte, ma il 29 aprile, quando senza alcun preavviso un migliaio di persone si è ritrovato al cimitero Maggiore, esibendosi poi in un saluto romano "di massa" che potrebbe avere conseguenze penali.
Il gesto del saluto romano, vietato dalla legge, è stato ripetuto lo scorso 20 maggio da don Orlando Amendola e altri esponenti del gruppo neofascista Avanguardia nazionale, ricreato lo scorso anno dal leader Stefano delle Chiaie dopo essere stato dichiarato fuorilegge nel 1976. L'occasione era ricordare a 40 anni della morte (avvenuta il 19 maggio 1977) l'ex militante di Avanguardia nazionale Salvatore Umberto Vivirito, rimasto ucciso a 22 anni negli sviluppi di una rapina a una gioielleria durante la quale lo stesso Vivirito colpì a morte il gioielliere Ernesto Bernini.
La cerimonia, celebrata in forma ristretta, si è aperta con il ricordo di Vivirito da parte del cappellano e di altri esponenti di Avanguardia nazionale. Don Amendola dice tra le altre cose del 22enne: "Di giovani come Umberto ne nasceva uno ogni 800", "Umberto era coraggioso" e "combatteva perché vedeva il suo ideale umano costantemente oltraggiato". La cerimonia si conclude poi con il cosiddetto rito del presente, scandito due volte: tutti i presenti, incluso il sacerdote, fanno il saluto romano. Tutta la scena è stata ripresa da un video poi pubblicato su Youtube dal creatore del blog "Fascinazione", Ugo Maria Tassinari. La cerimonia e il saluto romano del prete sono state segnalate poi dall'Osservatorio democratico sulle nuove destre.