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Milano, Beppe Sala: “Torno a fare il sindaco, certo della mia innocenza”

Milano ha di nuovo un sindaco “a tempo pieno”. Beppe Sala ha infatti comunicato di aver ritirato la propria autosospensione decisa in seguito all’iscrizione nel registro degli indagati per la vicenda legata alla Piastra di Expo: “Torno a fare il Sindaco, certo della mia innocenza verso un’accusa che non costituisce un condizionamento della mia attività”, ha scritto in una lettera ai milanesi.
A cura di Francesco Loiacono
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Beppe Sala
Beppe Sala, il candidato a sindaco di Milano per il Partito democratico.

Milano ha nuovamente un sindaco a tempo pieno. Beppe Sala ha comunicato la sua intenzione di rientrare dall'assenza temporanea, ritirando l'autosospensione che aveva deciso in seguito alla sua iscrizione nel registro degli indagati per la vicenda della Piastra di Expo. Lo ha fatto con una lettera pubblicata sulla propria pagina Facebook, nelle quale ha spiegato ai sui cittadini i motivi della sua decisione, anche da lui (come avevano notato molti commentatori) definita "irrituale": "Torno a fare il Sindaco, certo della mia innocenza verso un’accusa che non costituisce un condizionamento della mia attività", è il passaggio chiave della lunga lettera rivolta a tutti i milanesi.

Sala: "Non ci sono altri capi di imputazione"

Quale il motivo della decisione di tornare alla piena operatività a Palazzo Marino? Essenzialmente, anche in seguito all'incontro di ieri del legale del sindaco, Salvatore Sciuto, sol sostituto procuratore che sta indagando sulla vicenda nella quale è coinvolto anche il sindaco (in qualità di ex commissario unico di Expo), Felice Isnardi, Sala ha avuto ulteriori chiarimenti sulle accuse che gli sono contestate: "Le verifiche svolte dai miei legali in queste intense giornate hanno chiarito sufficientemente il merito dell'indagine e l’inesistenza di altri capi di imputazione", ha difatti scritto Sala nella lettera inviata ai milanesi. In sostanza, dunque, restano le accuse di concorso in falso materiale e ideologico relative alla nomina retrodatata di due commissari che hanno fatto parte della commissione che ha poi aggiudicato l'appalto della Piastra, il più importante dell'Expo: un bando da 272 milioni di euro aggiudicato dalla ditta Mantovani con un maxi-ribasso di quasi il 42 per cento. Su questo forte ribasso e su altre presunte anomalie legate alla vicenda della Piastra si concentrano le altre indagini del sostituto pg Isnardi (che ha avocato a sé un'inchiesta per cui la procura di Milano aveva chiesto l'archiviazione). Nel fascicolo, oltre a Sala, risultano altri sei indagati.

Gentiloni chiama Sala: "Bene tornare a occuparsi della città"

Subito dopo la notizia del ritorno di Beppe Sala al ruolo a tempo pieno di sindaco di Milano, il primo cittadino ha ricevuto la telefonata del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. Il neo capo del governo avrebbe espresso il proprio apprezzamento per la decisione di tornare a occuparsi della città. Gentiloni era stata una tra le tante persone che avevano espresso la propria solidarietà al sindaco subito dopo la sua decisione di autosospendersi. Anche l'ex presidente del Consiglio Matteo Renzi, dal palco dell'assemblea del Pd, aveva invitato Sala a tornare a fare il sindaco. Invito che Sala ha accettato.

Il testo della lettera

Cari concittadini,
mi sono dovuto assentare per qualche giorno dal lavoro. Lasciate che vi spieghi il perchè.
Nella serata di giovedì scorso ho appreso da numerose fonti giornalistiche, prima in modo confuso e poi in forma più chiara, di essere stato iscritto nel registro degli indagati dalla Procura Generale di Milano, che ha ritenuto di dover ulteriormente indagare su fatti già oggetto di anni di inchieste della Procura della Repubblica e per i quali era stata già formulata richiesta di archiviazione. Fatti che riguardano la più importante gara d'appalto di Expo 2015, quella della cosiddetta "Piastra". Nessuna comunicazione ufficiale mi era stata fatta al riguardo, nessun avviso di garanzia mi era stato notificato, non avevo nessuna informazione in merito alle ipotesi accusatorie.
A fronte di questa situazione, avrei potuto limitarmi a una risposta “normale”, e forse anche un po' scontata, di “fiducia nell'operato della magistratura”. Ma io non credo che le cose si debbano sempre risolvere così. Ho fiducia nella magistratura, certo. Ma non posso negare il mio stupore nell'aver appreso la notizia dalla stampa. Mi direte, non è certo la prima volta. Vero, ciò nondimeno dobbiamo tutti insieme fare uno sforzo per non considerare la cosa "normale". Non lo è se riguarda un cittadino e non lo è se riguarda il Sindaco di Milano, con le responsabilità che porta verso la collettività.
Ho scelto una via diversa, irrituale. Ho deciso di autosospendermi poiché su un punto non si può transigere: un professionista, un uomo d’azienda e, tanto più, un amministratore pubblico hanno nell’integrità morale l’elemento insostituibile della propria credibilità. Ne va della dignità personale e della concreta possibilità di agire nell’esclusivo interesse dei cittadini.
Io non ho alcun motivo di polemizzare con la magistratura, di cui rispetto il lavoro, tanto essenziale nel funzionamento di un sistema democratico. Né ho motivo di lamentarmi per le inchieste che riguardano Expo 2015: lo sforzo di trasparenza che è stato compiuto ha aiutato la credibilità internazionale dell'evento. So di aver agito sempre nell'unico interesse di portare Expo 2015 al successo, con tutte le opere pronte il giorno dell'inaugurazione. Come so perfettamente di non aver mai goduto di nulla che non fosse il mio regolare stipendio e di non aver mai utilizzato i miei poteri per favorire qualcuno.
Le verifiche svolte dai miei legali in queste intense giornate hanno chiarito sufficientemente il merito dell'indagine e l’inesistenza di altri capi di imputazione.
Torno a fare il Sindaco, certo della mia innocenza verso un’accusa che non costituisce un condizionamento della mia attività.
Ho apprezzato la disponibilità della Procura Generale. Vorrei inoltre ringraziare i circa 400 sindaci che hanno firmato l'appello di questi giorni: si tratta non solo di una dimostrazione di stima e di vicinanza nei miei confronti, ma anche di una lucida esposizione delle condizioni necessarie perché un amministratore possa svolgere bene il suo compito a favore dei cittadini.
Ma vorrei soprattutto dire grazie ai tanti cittadini milanesi (e non solo) che hanno dimostrato di comprendere il mio gesto cogliendone senso e significato.
Milano ha il dovere di condurre la ripresa del nostro Paese anche attraverso la conferma di un modello amministrativo che mette al centro del suo operato trasparenza e legalità.

Giuseppe Sala
Sindaco di Milano

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