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Messaggi in codice e “faccine” su Whatsapp per spacciare droga: 8 ragazzi arrestati

Otto ragazzi arrestati e 61 indagati nell’ambito di un’operazione della polizia a Monza: i giovani avevano creato una rete su Whatsapp, grazie alla quale spacciavano hashish, marijuana, cocaina e droghe sintetiche. Scoperto dagli investigatori il linguaggio in codice usato: un quadrifoglio era una dose di marijuana.
A cura di Francesco Loiacono
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Usavano lo smartphone e Whatsapp non solo per comunicare, conoscersi e darsi appuntamenti, ma anche come mercato dove vendere e contrattare droga. Per questo, 61 giovani sono stati indagati dalla polizia di Monza, che ha arrestato 8 ragazzi e disposto per altri 5 l'obbligo di dimora. L'indagine degli investigatori monzesi è partito un anno fa, quando una ragazza si era sentita male dopo aver assunto droga. Da allora la polizia ha cercato di infiltrarsi in una vera e propria rete tra i ragazzi, che a parte il consumo e lo spaccio di stupefacenti conducevano una vita normale e appartengono per lo più a famiglie senza problemi particolari. Tutto era basato su Whatsapp, popolare applicazione di messaggistica, dove, attraverso messaggi in codice, i ragazzi spacciavano marijuana, hashish, cocaina e droghe sintetiche.

Il linguaggio in codice

Nelle conversazioni tra i ragazzi indagati, ogni messaggio, faccina o emoticon aveva un significato diverso da quello convenzionale. Per chiedere una dose di marijuana, ad esempio, bastava inviare l'immagine di un quadrifoglio. Se qualcuno scriveva invece "andiamo a bere", il gruppo capiva che il ragazzo voleva acquistare della ketamina liquida. Mentre chi sollecitava "dieci libri di scienze", non era evidentemente in astinenza da studio, ma voleva in realtà dieci grammi di marijuana.

Per smantellare la rete, i poliziotti del commissariato di Monza si sono avvalsi del supporto della questura di Milano, del reparto Prevenzione crimine Lombardia e degli agenti di Verbania, Bergamo, Desenzano del Garda e Lecco. Gli investigatori hanno eseguito un’ordinanza emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Monza nei confronti di 13 indagati, oltre a una cinquantina di decreti di perquisizione. Sette delle otto persone arrestate sono state fermate in flagranza per l’ingente quantità di droga trovata in casa proprio durante le perquisizioni. In un'abitazione è stata anche scoperta una miniserra per la coltivazione delle piantine di marijuana.

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