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Mantova, medici dimenticano un divaricatore di 15 centimetri nella pancia di un paziente

Episodio di malasanità all’ospedale Carlo Poma di Mantova. Un paziente di 53 anni è stato operato per due volte in pochi giorni: al termine del primo intervento l’équipe di medici ha dimenticato nell’addome dell’uomo un divaricatore metallico lungo 15 centimetri. Sul caso è stata aperta un’indagine interna.
A cura di Francesco Loiacono
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(Immagine di repertorio)
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L'avevano operato una prima volta, salvandogli la vita. Ma ai medici dell'ospedale Carlo Poma di Mantova era evidentemente sfuggito qualcosa: perché nell'addome del paziente operato, un uomo di 53 anni, era rimasto un divaricatore di metallo lungo 15 centimetri. Sull'ennesimo caso di malasanità è stata aperta un'indagine interna da parte della direzione ospedaliera, che ha comunque sottolineato come il paziente non abbia subito conseguenze dall'errore, se non quella di essere operato due volte nel giro di una settimana.

Un contrattempo però non da poco, sicuramente. Il primo intervento il 27 settembre: l'uomo è arrivato al Poma in condizioni molto gravi a causa di un aneurisma. I medici dell'équipe di chirurgia vascolare lo avevano operato e l'intervento sembrava essere andato perfettamente. Dopo alcuni giorni, però, il 53enne avava lamentato dolori lancinanti all'addome: ricoverato nuovamente in ospedale, grazie a una radiografia si è scoperto l'assurdo motivo dei dolori. Risultato: l'uomo è finito ancora una volta sotto i ferri, che questa volta si spera siano rimasti tutti all'esterno del suo corpo.

A parte l'ironia, l'indagine interna dell'ospedale (non si sa ancora se l'uomo si sia rivolto alla magistratura per l'episodio) dovrà cercare di capire le ragioni del madornale errore: forse lo strumento è stato coperto da un'emorragia, rimanendo nascosto fino al momento di ricucire. Una motivazione plausibile ma che comunque non solleva eventualmente i medici dalle proprie responsabilità: cosa succederà ora lo deciderà la direzione dell'ospedale alla fine dell'indagine.

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