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Malpensa, tre lavoratori stranieri licenziati perché non sanno bene l’italiano

Tre lavoratori stranieri impiegati finora all’aeroporto di Malpensa sarebbero stati licenziati perché non conoscono bene l’italiano. In realtà, la lettera di licenziamento da parte della cooperativa per cui lavoravano come addetti alle pulizie e magazzinieri è arrivata per il mancato superamento di un test sulla sicurezza, ma non mancano le polemiche.
A cura di F.L.
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Tre lavoratori stranieri impiegati nell'aeroporto di Malpensa sono stati licenziati dalla cooperativa per cui lavoravano perché non conoscono sufficientemente bene l'italiano. Il caso è stato sollevato dal sindacato Cub trasporti, che ha diffuso alcuni volantini nello scalo varesino per attirare l'attenzione sulla vicenda. I tre licenziati sono due pachistani di 50 e 37 anni e un albanese di 64. Lavorano a Malpensa, come addetti alle pulizie e in un caso come magazziniere, da otto e nove anni. Eppure, adesso, secondo la legge non hanno più i requisiti per mantenere il proprio posto di lavoro. Il motivo, come spiega il Corriere della sera, è che non hanno superato un test (si chiama "Promossi in classe") previsto dall'accordo tra Stato e Regioni, e che verte in generale sul riconoscimento di eventuali cartelli di pericolo sul luogo di lavoro.

Il licenziamento per il mancato superamento di un test sulla sicurezza

Secondo il responsabile di Malpensa Cargo City, Massimiliano Pagni, da cui dipende la cooperativa che ha formalmente licenziato i lavoratori, questi ultimi nonostante abbiano seguito un corso apposito, non sono riusciti a superare un test per dimostrare di saper riconoscere e affrontare un pericolo. Motivo per cui, a norma di legge e per "giustificato motivo oggettivo", hanno ricevuto la lettera di licenziamento. Poco importa l'anzianità di servizio, e il fatto che nella vita per anni abbiano fatto – si presume senza problemi – quello che improvvisamente adesso per un test non sono più in gradi di fare.

La questione è naturalmente molto delicata. Se davvero la mancata conoscenza dell'italiano è il principale motivo escludente dei tre lavoratori licenziati (ce n'è anche un quarto, in realtà), si profila una vera e propria discriminazione. Ma se alle questioni linguistiche si aggiungono questioni legate alla sicurezza e in qualche modo normate da una legge, per i licenziati sembrano esserci davvero poche speranze di poter riavere il proprio posto di lavoro.

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