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La separazione non è colpa della moglie “posseduta dal demonio”. La sentenza del giudice

Aveva chiesto l’addebito della separazione alla moglie, per quei comportamenti che l’avevano ormai esasperato. Ma il giudice ha riconosciuto come i comportamenti della donna, che afferma di essere posseduta dal demonio, siano “inspiegabili” e “indipendenti dalla sua volontà”.
A cura di Valerio Renzi
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Il tribunale di Milano ha riconosciuto come una donna, fervente religiosa, fosse in preda di "eventi singolari e "inspiegabili", tanto da non riconoscere l'addebito della separazione a lei, come avrebbe voluto il marito che non sopportava più i comportamenti ossessivi. La tesi della donna è di essere posseduto niente meno che dal demonio, e se i giudici non hanno riconosciuto certo questa eventualità, altrettanto non hanno addebitato alla sua responsabilità quei comportamenti.

"Manca il requisito della imputabilità soggettiva di questi comportamenti", si legge infatti nel dispositivo della sentenza il cui contenuto è stato riportato dal Corriere della Sera. I giudici in aula hanno ascoltato i medici spiegare che la donna non era affetta da nessuna patologia conclamata e in grado di spiegarne i comportamenti, mentre parroci e frati hanno raccontato delle convulsioni  e degli irrigidimenti corporei della donna.

Comportamenti apparentemente inspiegabili testimoniati da diversi uomini di chiesa, compresi gli esorcisti che l'hanno visitata: come quando ‘l'indemoniata' avrebbe sollevato una panca in chiesa per scagliarla contro l'altare, o l'occasione in cui si è messa a strisciare come un serpente in chiesa.

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