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La Regione come Salvini: “Per le case popolari di Milano intervenga l’Esercito”

La proposta arriva dall’assessore regionale alla Casa della Lombardia, Paola Bulbarelli: “Le forze dell’ordine da sole non ce la possono fare, un pattugliamento costante potrebbe essere un ottimo deterrente”. Intanto sul tema delle case popolari di Milano si preannuncia una settimana “calda”.
A cura di Francesco Loiacono
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Per risovere il problema delle case popolari a Milano serve l'esercito? Evidentemente sì, almeno secondo l'assessore regionale alla Casa, Paola Bulbarelli. Dopo che sabato notte un tunisino è caduto dal secondo piano in via Odazio, al Giambellino, mentre secondo gli investigatori cercava di rientrare in un appartamento sfitto, l'assessore ha sollecitato l'intervento dei militari per aiutare le forze dell'ordine a monitorare la situazione: "Se serve l'esercito per presidiare i quartieri e prevenire episodi come quello accaduto questa notte in via Odazio, proveremo a capire che margini abbiamo per garantire un tale servizio straordinario di pattugliamento", ha detto la Bulbarelli. "Le forze dell'ordine da sole non ce la possono fare, anche perché non possono essere a disposizione solo degli interventi da effettuare nei quartieri popolari. È chiaro che un pattugliamento costante durante le 24 ore potrebbe essere un ottimo deterrente contro episodi di questo tipo".

La Regione come Salvini: "L'Esercito per le case popolari"

La dichiarazione della Bulbarelli riprende quanto già affermato tempo fa – non si sa se fosse una provocazione o meno – dal segretario della Lega Matteo Salvini, che aveva invocato l'intervento dell'esercito durante una delle sue visite nei quartieri popolari milanesi: "Un lavoro porta a porta per controllare tutti gli abitanti delle case popolari", era l'impegno dei militari auspicato da Salvini. Sul tema poi sono intervenuti in tanti: dal ministro dell'Interno Angelino Alfano all'assessore comunale alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino, fino al sindaco di Milano Giuliano Pisapia. Nel frattempo, però, la situazione sull'emergenza abitativa nel capoluogo lombardo si è fatta sempre più tesa. In Prefettura è stato firmato un piano operativo per programmare 200 sgomberi, che però tanto operativo non sembra. Di sgomberi però ne sono stati effettuati molti, specie a San Siro e al Giambellino, ogni volta accompagnati da proteste dei comitati per il diritto all'abitazione, tensioni e a volte duri scontri.

Sul tema delle case popolari si preannuncia una settimana "calda". Iniziata, lo scorso weekend, con nuove occupazioni abusive. Alcuni antagonisti della "base di solidarietà popolare" hanno occupato un fondo sfitto in via Odazio 8, al Giambellino, e vi faranno partire presto le colazioni anti-sgombero che già si svolgono in piazzale Selinunte. I due centri sociali Rosa Nera e Corbaccio, sgomberati lo scorso 18 novembre dal Corvetto scatenando duri scontri tra manifestanti e forse dell'ordine, hanno invece preso possesso di un altro edificio dell'Aler in piazzale Ferrara, nello stesso quartiere. Un altro movimento ha occupato una palazzina pubblica dismessa in via Leonardo da Vinci, al civico 14. Per il 6 e 7 dicembre prossimi – in quest'ultimo giorno è prevista la Prima della Scala con il premier Renzi – sono state organizzate delle manifestazioni di protesta da parte dei comitati per il diritto alla casa. Uno scenario tutt'altro che tranquillo, nel quale si innestano le ultime dichiarazioni dell'assessore Bulbarelli. Vedremo con quali reazioni.

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