76 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

La Pedemontana bocciata dall’Anac di Cantone: “Gara falsata, appalto cresciuto del 47%”

Per l’Autorità anticorruzione gli accordi sui lavori per la tratta A della Pedemontana, già inaugurata, e per i primi lotti delle tangenziali di Como e Varese hanno comportato un “aumento dei costi di esecuzione” e lo “slittamento nel tempo della conclusione dei lavori, e ciò a danno dell’interesse pubblico e della collettività”.
A cura di Francesco Loiacono
76 CONDIVISIONI
Immagine

Dopo il flop testimoniato dalle denunce di Legambiente, sull'autostrada Pedemontana arriva un giudizio ben più severo da parte dell'Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione presieduta da Raffaele Cantone. Come si legge su Repubblica, le gare d'appalto per i lavori della tratta A della Pedemontana, del primo lotto della tangenziale di Varese e di quella di Como sono state infatti bocciate a causa dell'aumento dei costi del 47 per cento rispetto all'importo contrattuale. L'appalto era stato vinto nel 2007 dal gruppo Rti Impregilo per l’importo di 629 milioni 644mila euro, poi lievitati a a 925 milioni 773mila per due variazioni. Una circostanza che, secondo il rapporto ispettivo inviato fra gli altri all’ufficio vigilanza dei lavori, al capo della Struttura tecnica di missione del ministero delle Infrastrutture – fino a dicembre 2014 Ettore Incalza, indagato dalla procura di Firenze nell'inchiesta sulle Grandi opere -, alla Corte dei conti, al Cipe e alla Procura, "viola il principio della immodificabilità dell’offerta, teso a garantire, da un lato, la par condicio fra i concorrenti, e dall’altro, l’affidabilità del contraente".

Il rapporto dell'Anac

Il primo tratto della Pedemontana, che collega Lomazzo (Como) a Cassano Magnago (Varese), è stato inaugurato a gennaio dal presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, ed è la parte finita sotto accusa da parte di Legambiente per le poche auto che vi transitano ogni giorno: 18mila contro le 60mile ipotizzate a regime. Le altre due tratte dovrebbero invece essere pronte ad aprile e a luglio. L’appalto doveva essere completato in 2.480 giorni decorrenti dalla data di aggiudicazione, ma secondo il rapporto dell'Anac l’opera è in ritardo. L'accusa più grave però resta quella che i lavori della opere in questione non sembrano in linea con i principi della legge 162 del 2006 – il codice dei contratti pubblici che parla di "rispetto dei principi di economicità, efficacia, tempestività e correttezza e libera concorrenza" -: "attraverso gli accordi ratificati in corso di esecuzione sono state formulate clausole che variano sostanzialmente sia l’offerta del partecipante sia il contratto principale di appalto con conseguente aumento dei costi di esecuzione e di slittamento nel tempo della conclusione dei lavori, e ciò a danno dell’interesse pubblico e della collettività".

L'audit dell'organismo di vigilanza

Il rapporto dell'Anac non è la sola bocciatura ricevuta dai vertici di Pedemontana. Repubblica riporta infatti anche stralci dell'audit dell’organismo di vigilanza, che riguarda il periodo da febbraio 2014 a gennaio 2015 e nel quale sono riportate diverse mancanze della società: dai consulenti scelti apparentemente solo a intuito, alle causali mancanti nelle fatture, dagli importi aperti e fatturati solo a consuntivo alla "mancata tracciabilità predeterminata delle trasmissioni delle fatture da parte degli studi". Mancanze che ricadrebbero sulle spalle dell'amministratore delegato di Pedemontana, Marzio Agnoloni.

76 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views