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La banda dei finti poliziotti che rapinava stranieri a Milano: preso il capo, “tradito” da un pappagallo

È stato arrestato il capo della banda di finti poliziotti che per diversi mesi, da febbraio a maggio dello scorso anno, ha terrorizzato la comunità araba residente in zona San Siro a Milano, compiendo almeno otto rapine. L’uomo, un 34enne italiano, si era rifugiato a casa di un amico a Rozzano, vicino Milano: è stato tradito dal verso di un pappagallo ospitato nell’abitazione. Ancora latitante l’ottavo e ultimo componente della banda.
A cura di Francesco Loiacono
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È stato arrestato il capo della banda di finti poliziotti che per diversi mesi, da febbraio a maggio dello scorso anno, ha terrorizzato la comunità araba residente in zona San Siro a Milano, compiendo almeno otto rapine. I malviventi agivano spacciandosi per poliziotti dell'antiterrorismo: sfruttando il clima di paura dovuti agli attentati di matrice islamica e usando pettorine e tesserini di riconoscimento della polizia falsi, simulavano controlli sia per strada sia negli appartamenti di cittadini stranieri, molti dei quali con precedenti per droga. Il loro obiettivo, secondo quanto è emerso dalle lunghe indagini della squadra mobile di Milano, erano infatti carichi di droga e soldi. La banda agiva in modo molto violento: in un caso uno dei componenti del gruppo criminale avrebbe puntato la pistola alla tempia di una bambina egiziana, che si trovava in casa assieme ai suoi genitori.

Tre giorni fa sei componenti della banda (tutti italiani) erano finiti in manette: mancavano all'appello il 34enne italiano considerato il capo dell'organizzazione e l'unico componente straniero, un marocchino, ritenuto dagli inquirenti colui che individuava le persone da "controllare" e rapinare. Quest'ultimo è ancora latitante: il 34enne è invece stato arrestato anche grazie a un espediente.

L'uomo, G.F., si era rifugiato a Rozzano, in un appartamento in via Mandorli 8 nella disponibilità di un suo amico, il pregiudicato C.D.. Gli investigatori avevano individuato il palazzo mettendo sotto intercettazione il cellulare del 34enne: dovevano però individuare con precisione l'appartamento nel quale l'uomo si nascondeva per poter far scattare il blitz. In loro aiuto è venuto un pappagallo: nelle conversazioni intercettate hanno infatti sentito più volte il verso dell'animale, ipotizzando che si trovasse in casa dell'amico del 34enne. Grazie al ripetuto verso dell'animale sono così risaliti all'abitazione all'ottavo piano nella quale il 34enne era nascosto.

Una volta entrati nell'appartamento l'amico del 34enne ha provato a distrarre i poliziotti, mentre il capo della banda cercava di scappare. Gli agenti lo hanno però arrestato, assieme al suo amico, accusato di resistenza a pubblico ufficiale e favoreggiamento.

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