L’avvocato sta per diventare papà: il giudice sospende processo per terrorismo a Milano
La nascita di un bambino è più importante di un processo per terrorismo internazionale. Potrebbe riassumersi così una vicenda avvenuta questa mattina a Milano, in un aula del tribunale. In programma c'era la prima udienza a carico del 30enne marocchino Nadir Benchorfi, arrestato lo scorso dicembre a Milano e accusato di essere un aspirante terrorista dell'Isis. L'uomo è difeso dall'avvocato Francesco Laganà, che però in questi giorni è preso anche da altre preoccupazioni: la moglie infatti sta per dare alla luce il loro figlio. Per questo motivo il legale ha presentato ai giudici un'istanza di legittimo impedimento, chiedendo di poter stare vicino alla propria moglie. La presidente del collegio Giovanna Ichino ha accolto la richiesta dell'avvocato, aggiornando il processo al prossimo 16 maggio. In quella data parleranno i primi testi chiamati a comparire dal pubblico ministero Enrico Pavone. Le udienze successive sono in programma il 28 e il 29 giugno e il 4 luglio.
Secondo quanto appurato dalle indagini, l'imputato era pronto a colpire l'Italia, in particolare presso il centro commerciale di Arese. A rivelare le proprie intenzioni era stato lui stesso, intercettato mentre chattava con un uomo che si trovava in Siria attraverso l'applicazione di messaggistica Telegram e internet. Naturalmente adesso sarà il processo a chiarire le responsabilità dell'uomo. Intanto, val la pena sottolineare come, almeno per un giorno, la nascita di una nuova, giovane vita abbia prevalso sulle istanze di morte dell'Isis.
