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K-Flex, scontri tra carabinieri e operai licenziati: una tuta blu finisce al pronto soccorso

Situazione tesa alla K-Flex di Roncello, unico stabilimento italiano della multinazionale che produce isolanti in gomma che ha annunciato 187 licenziamenti. Da 65 giorni le tute blu sono in sciopero: nonostante l’interessamento di politici e media l’azienda non intende al momento fare un passo indietro. Ieri scontri tra carabinieri e operai, che volevano impedire l’accesso ad alcuni impiegati. Un operaio è finito in ospedale. Oggi la visita del viceministro allo Sviluppo economico Bellanova.
A cura di Francesco Loiacono
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L'operaio rimasto ferito (pagina Facebook Esuberi K-Flex)
L'operaio rimasto ferito (pagina Facebook Esuberi K-Flex)

Alla K-Flex di Roncello (Monza e Brianza), unico stabilimento italiano della multinazionale che produce isolanti in gomma e plastica, la situazione è sempre più tesa. Da 65 giorni gli operai sono in sciopero, dopo la comunicazione da parte dei vertici aziendali di 187 licenziamenti e della delocalizzazione dell'attività produttiva in Polonia, con il mantenimento in Brianza delle attività commerciali e di logistica. La procedura di mobilità è già iniziata e si concluderà fra circa un mese. Tra le motivazioni addotte dai proprietari dello stabilimento, la famiglia Spinelli, il principale è il fatto che la produzione in Italia sia troppo costosa e quindi antieconomica. Una posizione naturalmente non condivisa dai sindacati.

Della K-Flex si sono interessati tutti: diversi leader politici – Matteo Salvini, Luigi Di Maio, il deputato Roberto Rampi del Partito democratico – trasmissioni televisive e giornali. Ma finora nessuno ha sortito l'effetto sperato dai lavoratori messi in mobilità. Sul fronte pratico, infatti, l'azienda ha disertato l'incontro dello scorso 15 marzo al ministero dello Sviliuppo economico e nel successivo incontro del 17 marzo ad Assolombarda non ha fornito alcun chiarimento rispetto alle richieste dei sindacati. Organizzazioni sindacali che adesso, dopo una prima fase di linea dura, hanno aperto a una soluzione di compromesso: se non è possibile revocare tutti i 187 licenziamenti, almeno l'azienda decida di ridimensionare la produzione in Italia, mantenendo una parte della forza lavoro e garantendo agli altri operai agevolazioni per lasciare il lavoro. Un nuovo piano industriale, insomma, caldeggiato anche dal governatore Roberto Maroni.

Spintoni tra operai e carabinieri

Dai vertici aziendali, però, negli ultimi giorni non è arrivata alcuna risposta. Solo silenzio, che ha naturalmente esacerbato gli animi di chi da due mesi non percepisce lo stipendio. Ieri mattina gli animi si sono ulteriormente riscaldati quando alcuni impiegati dell'azienda, quelli non toccati dai licenziamenti, hanno provato a forzare il presidio dei loro ex colleghi e a entrare in fabbrica. Gli operai hanno optato per la linea dura, cercando di fare muro. Per permettere ai lavoratori di entrare sono intervenute le forze dell'ordine: i carabinieri presenti davanti ai cancelli della fabbrica hanno spinto i manifestanti. Ne è nato un parapiglia, nel quale ad avere la peggio è stato uno degli operai: l'uomo, sofferente di problemi si cuore, è caduto per terra e si è sentito male. Alcuni dei suoi colleghi hanno chiesto l'intervento di un'ambulanza, che ha trasportato il ferito al pronto soccorso di Vimercate. Fortunatamente l'uomo, come si legge in una nota dei sindacati, non ha riportato gravi conseguenze ed è stato dimesso poco dopo.

Oggi la visita del viceministro Teresa Bellanova

L'episodio è però indicativo del livello di scontro e di frustrazione raggiunto alla K-Flex. Oggi gli operai riceveranno la visita del viceministro dello Sviluppo economico Teresa Bellanova, che incontrerà le rappresentanze sindacali. La speranza è sempre la stessa: che il governo possa far fare un passo indietro al patron della K-Flex Italia Amedeo Spinelli.

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