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Inquinamento, Legambiente boccia il Lago di Garda: 13 punti su 19 fuori dai limiti di legge

Legambiente boccia il Lago di Garda per quanto riguarda l’inquinamento delle acque. I risultati delle analisi microbiologiche dei campioni prelevati in 19 punti del lago rivelano che solo in sei casi le concentrazioni microbiologiche sono nei limiti di legge. “Puliti” i due punti analizzati in Trentino Alto-Adige, sulle sponde bresciana e veronese sono tante le criticità.
A cura di Francesco Loiacono
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Uno scorcio di Sirmione, sul lago di Garda (foto F. Loiacono)
Uno scorcio di Sirmione, sul lago di Garda (foto F. Loiacono)

Legambiente boccia il Lago di Garda per quanto riguarda l'inquinamento delle acque. Sono stati presentati i risultati delle analisi microbiologiche dei campioni prelevati in 19 punti del lago grazie alla campagna "Goletta dei laghi". L'esito non lascia spazio a dubbi: solo in sei casi le concentrazioni microbiologiche si sono rivelate infatti nei limiti di legge. Sono risultati "puliti" i due punti analizzati in Trentino Alto-Adige, tre siti del Bresciano e uno sulla sponda veronese del Benaco. Per il resto, in ben dieci casi le analisi hanno rilevato un forte inquinamento.

È bene precisare che le analisi della campagna "Goletta dei laghi" prendono in esame le foci dei fiumi, i torrenti, gli scarichi e i piccoli canali che si trovano lungo le rive dei laghi. Le analisi di Legambiente non si sostituiscono ai controlli ufficiali, né riguardano la balneabilità delle acque. Ma gli esami riguardano comunque i veicoli principali di contaminazione batterica di origine fecale, dovuta soprattutto all’insufficiente depurazione degli scarichi che, attraverso i corsi d’acqua, giungono nel lago.

Le analisi dei campionamenti sulla sponda bresciana

In questo senso, la situazione è critica sia sulla sponda bresciana, sia veronese. A salvarsi, invece, sono i tratti del Benaco che lambiscono il Trentino. Fortemente inquinati in provincia di Brescia sono risultati i campioni prelevati nel torrente al confine tra Toscolano Maderno e Boiaco (Rio Lefà), la foce del canale adiacente la spiaggia Le Rive a Salò, la foce del torrente nei pressi del porto a Padenghe sul Garda e tre punti a Desenzano del Garda: lo scarico presso lo sfioratore in zona Maratona, quello presso la Spiaggia d'Oro e quello a sud della Lega Navale. Risultano invece inquinati i campioni prelevati a Toscolano Maderno alla foce del torrente Toscolano e a Salò presso la foce del torrente Barbarano. Entro i limiti solo tre degli 11 punti analizzati: la Spiaggia Riva Granda a Toscolano Maderno, la foce del torrente Rio Maguzzano a Padenghe sul Garda e la foce del canale che si trova all'incrocio tra via Francesco Agello e via Giulio Cesare a Desenzano del Garda.

Non va meglio sulla sponda veneta del Garda. Si salvano solo i prelievi effettuati a Peschiera del Garda alla foce del torrente Rio Sermana e a Valeggio sul Mincio nel fiume in località Salionze. Fortemente inquinati, invece, i campioni prelevati a Garda (alla foce del torrente Gusa), a Lazise nei pressi della foce del torrente Marra, a Castelnuovo del Garda vicino alla foce del Rio Dugale dei Ronchi, nel canale di sbocco del depuratore di Valeggio sul Mincio e a Bardolino, alla foce del torrente San Severo. Oltre i limiti, ma in maniera meno preoccupante, i valori del campione prelevato alla foce del canale di Pai, all'incrocio tra via Pai di Sotto e via Alessandro Manzoni.

Di Simine (Legambiente): La salute dei cittadini e del lago non può più aspettare

A commentare questi dati è stato il responsabile scientifico di Legambiente Lombardia, Damiano Di Simine: "I dati relativi al lago di Garda dimostrano come non sia più possibile perdere ulteriore tempo nel trovare una soluzione per sistemare le situazioni critiche ricorrenti come a Desenzano, Salò e Padenghe del Garda. Una condizione inaccettabile se si considerata la grande affluenza di turisti e di bagnanti. Auspichiamo – ha concluso Di Simine – che si attivi un percorso condiviso tra le regioni Veneto e Lombardia, affinché si trovino le risorse per un nuovo collettamento delle acque reflue. La Lombardia sconta il fatto che in troppe province Ato e enti gestori hanno avuto un processo lungo di aggregazione e ancora molto rimane da fare. La salute dei cittadini e del lago non può più aspettare".

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