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Inchiesta su titoli falsi, arrestato l’ex sindaco di Como Stefano Bruni

L’ex sindaco di Como Stefano Bruni è stato arrestato questa mattina dalla guardia di finanza. Sarebbe coinvolto in una frode finanziaria legata a un’agenzia di riscossione dei tributi.
A cura di Francesco Loiacono
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Stefano Bruni, 54enne ex sindaco di Como, è stato arrestato questa mattina dalla guardia di finanza. L'ex primo cittadino (militante di Forza Italia e Pdl), alla guida della città per due mandati dal 2002 al 2012, sarebbe coinvolto in un'inchiesta su alcuni titoli falsi della banca Jp Morgan partita dal crac di un'agenzia di riscossione tributi che si trova a Pesaro. Oltre a Bruni sono altre quattro le persone arrestate dalla guardia di finanza: tra loro anche il presidente del Calcio Lecco Daniele Bizzozzero, il faccendiere olandese Johannus Demers e il manager Luigi Virgilio. In quattro, tra cui Bruni e Bizzozzero, sono finiti in carcere, uno ai domiciliari.

L'inchiesta partita dall'arresto dell'ex patron di Aipa

L'operazione delle Fiamme gialle, denominata "Margin Call", è partita nel marzo 2014 con l'arresto per peculato di Daniele Santucci, a capo dell'Aipa, società incaricata di riscuotere i tributi locali in oltre 800 Comuni di tutta Italia. Santucci aveva intestato fittiziamente ad Aipa due conti correnti, non inserendoli nella contabilità dell'ente, da cui poi attingeva secondo le proprie necessità. Quando, a maggio del 2015, la vicenda dell'Aipa è passata sotto la lente della Corte dei conti della Lombardia, è venuta fuori la presunta frode contestata ai cinque indagati raggiunti dalle ordinanze di custodia cautelare odierna: sono tutti accusati a vario titolo di bancarotta concordataria e fallimentare aggravata, abusivismo finanziario e costituzione fittizia di capitale sociale.

Al centro della frode titoli Jp Morgan privi di alcun valore

Le indagini, coordinate dal pubblico ministero milanese Donata Patricia Costa, hanno consentito di scoprire il meccanismo fraudolento contestato agli indagati, che avrebbe provocato un danno a due società – la stessa Aipa e la Mazal – che ammonta ad almeno 150 milioni di euro. Al centro di questo meccanismo ci sarebbero dei titoli Jp Morgan in sé leciti, ma privi di alcun valore e utilizzati per gonfiare il capitale sociale della Mazal, consentendole di riscuotere i tributi degli enti locali al posto dell'Aipa. A trasferire alla Mazal la riscossione dei tributi è stato Luigi Virgilio, manager dalla lunga esperienza nel settore finanziario che avrebbe dovuto traghettare Aipa fuori dalla situazione in cui si trovava a causa della precedente gestione, salvare l’attività di riscossione dei tributi di circa 1.200 Comuni e centinaia di posti di lavoro, ma ha invece continuato a drenare risorse pubbliche dalla società.

Quando Virgilio ha conferito, senza trattativa pubblica, la riscossione dei tributi alla Mazal sono entrati in gioco Bruni, Bizzozzero e il faccendiere Demrs. I primi due avrebbero svolto un ruolo attivo nell'acquisto e intermediazione di titoli Jp Morgan detenuti da Demers. Questi titoli, come detto, non avevano alcun capitale sottostante di riferimento e non maturavano alcun rendimento. In sostanza si trattava di carta straccia dal valore soltanto "su carta" di 18 milioni di dollari americani. Un valore "di facciata" utilizzato per gonfiare il capitale sociale della Mazal e permetterne l'iscrizione all’Albo delle società di riscossione tributi.

All’operazione odierna, preceduta da diverse perquisizioni e sequestri di beni e disponibilità finanziarie su conti correnti per oltre 4 milioni di euro, hanno partecipato oltre 50 finanzieri nelle province di Milano, Monza e Brianza, Como e Pesaro Urbino. Sono in corso i sequestri di tutti i titoli Jp Morgan a disposizione degli arrestati, che potrebbero essere stati utilizzati per altri fini illeciti.

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