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In 2mila a Milano contro il convegno su gay “malati” targato Expo (FOTO)

La sinistra milanese contro il governatore lombardo Roberto Maroni e il convegno sull’omosessualità intesa come “malattia da curare”, organizzato dai cattolici sotto l’egida dell’Expo 2015.
A cura di Ester Castano
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Più di 2mila persone oggi a Milano al presidio di piazza Einaudi organizzato da I Sentinelli di Milano a cui hanno aderito centinaia di associazioni e personalità della società civile e omosessuale del nord Italia. Bandiere colorate, fiori, cuori rossi e dei grossi cartelli: “Roberto, perché non hai invitato anche me?”. Questa la provocazione della Milano color arcobaleno, ferita nell’intimo da un’istituzione quale è Regione Lombardia che oggi, in occasione della Giornata per la Famiglia, ha patrocinato e promosso un convegno contro il diritto di amare organizzato dalla destra fondamentalista Obiettivo Chaire e Alleanza Cattolica. Un evento, quello che si è svolto questo pomeriggio al Pirellone alla presenza del presidente Roberto Maroni, che porta il marchio Expo 2015: un biglietto da visita con cui la capitale morale del Paese si presenta non solo all’Europa ma al mondo intero. “Dentro a quel palazzo la politica sta dicendo che dobbiamo curarci, che siamo malati. Noi non siamo malati, ma stanchi: stanchi di vivere in un paese che non riconosce i nostri diritti. Non avete idea di quanto sia difficile e frustrante non esistere per lo Stato”: è la voce di Luca dei Sentinelli di Milano, gruppo laico nato in città a difesa dei valori della laicità, dell’antifascismo e dell’antirazzismo. Ma potrebbe anche essere quella di Sara, occhi grandi e maglioncino blu, che abbracciando Giulia, sua compagna da otto anni, racconta dell’impossibilità di vedere riconosciuta la loro duratura e salda unione.

Presenti in piazza molti attivisti dei diritti gay e LGBTI della provincia di Milano e hinterland, fra cui dal magentino Sergio Prato, presidente dell’associazione Le rose di Gertrude: “Oggi è una giornata bellissima, è spuntato l’arcobaleno su quella Milano che vorrebbe invece tornare al nero medievale. Noi siamo qui a scacciare quel sottobosco di humus che non produce nulla di umano”, commenta osservando piazza Einaudi. “I ragazzi in età scolare hanno bisogno di conoscere cos’è il mondo omosessuale, di certo con tutte le accortezze vista la giovane età ma in modo chiaro e responsabile. Quest’esigenza è sentita anche da docenti e insegnanti di istituti medi e superiori che ci invitano a portare la nostra esperienza di giovani omosessuali – racconta Giacomo Colombo del Gruppo Scuola ArciGay di Milano, bandiera della pace legata allo zainetto e un cartello in mano con la scritta ‘Chi ha paura dei finocchi?’. “C’è sempre molta curiosità, soprattutto fra gli adolescenti delle scuole medie a cui facciamo, in collaborazione con i professori, dei laboratori – spiega Giacomo – le domande più frequenti? Disparate. Soprattutto ci viene chiesto come i nostri genitori e amici hanno reagito quando abbiamo detto di amare una persona del nostro stesso sesso”.

Attacco alla Lega Nord

“Dobbiamo sapere chi è la Lega: noi ci illudiamo che è ancora quella di una volta, attaccata a una sorta di valori. Mentre è la destra estrema dell'Italia e l'odio contro gay e lesbiche fa parte del loro opportunismo, sanno che il loro elettorato è sensibile a questa tematica e il Medioevo paga, crea consenso e la Lega Nord lo sa bene” dichiara Anita Sonego, presidente della Commissione Pari Opportunità del Comune di Milano, vice della Commissione Cultura e capogruppo in consiglio della ‘Federazione della Sinistra’. Negli scorsi giorni in Consiglio Comunale Sonego ha presentato al sindaco Giuliano Pisapia la richiesta di ritirare il logo di Expo dall’incontro. “Ma a nulla è servito, sintomo del fatto che il presidente Roberto Maroni ha deciso volontariamente di polarizzare politicamente il convegno omofobo – commenta – un messaggio molto chiaro di come si muoverà la destra lombarda e italiana nei prossimi mesi in vista dell’inaugurazione dell’esposizione universale”. In piazza, oltre ad attivisti impegnati nelle lotte sociali e alla cittadinanza, anche gli esponenti della politica milanese. “Nel palazzo della Regione si sta svolgendo un convegno di stampo omofobo che da un'idea di famiglia non attuale ed è una brutta partenza in vista di Expo per una città come Milano”, afferma l’avvocato penalista dei movimenti Mirko Mazzali, capogruppo Sel della Giunta Pisapia. Dello stesso avviso il consigliere comunale di Sel Luca Gibillini: “Questa piazza è la Milano dei diritti, la Milano dei colori, la Milano delle persone della vita vera. La dentro – dichiara indicando il Pirellone – ci sono vent'anni di cattive politiche chiuse dentro uffici grigi a parlare di un mondo che non esiste. Lì dentro c'è chi pensa che discriminare sia un diritto”. Una Milano che offre di sé un’immagine di odio nei confronti del diverso, e con cui per sei mesi dal primo maggio 2015 i visitatori internazionali dell’esposizione universale dovranno fare i conti.

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