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I ristoranti galleggianti sul Naviglio Pavese sono illegittimi: via entro quattro mesi

Il Consiglio di Stato ha dichiarato illegittimi i barconi ormeggiati da decenni sul Naviglio Pavese di Milano, che ospitano i tavolini di locali e ristoranti. Entro quattro mesi le chiatte dovranno scomparire: il Comune di Milano potrà eventualmente indire un bando per riassegnare gli spazi.
A cura di Francesco Loiacono
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Immaginatevi il Naviglio Pavese di Milano senza i barconi che vi galleggiano da oltre trent'anni. Questo potrebbe essere il nuovo scorcio che si offrirà a milanesi e turisti dopo la sentenza del Consiglio di Stato che ha dichiarato illegittime le chiatte galleggianti, che ospitano i tavolini di locali e ristoranti. La sentenza, inappellabile, è stata anticipata dal quotidiano "Il Giorno" e mette fine in realtà a un contenzioso che va avanti da decenni. Aprendo, però, uno scenario di incertezza.

I giudici di Palazzo Spada, ai quali gli stessi gestori dei barconi si erano rivolti, hanno dato loro torto: "Lo spazio acqueo occupato dal barcone costituisce un bene demaniale economicamente contendibile, il quale può essere dato in concessione ai privati, a scopi imprenditoriali, solo all’esito di una procedura comparativa a evidenza pubblica". Questo è il cuore delle tre sentenze fotocopia, depositate martedì. I giudici in sostanza affermano che, in futuro, il Comune di Milano potrà anche indire un bando per assegnare gli specchi d'acqua antistanti ai locali per i barconi. Ma che, intanto, entro 120 giorni le chiatte devono sparire.

La sentenza mette fine a un contenzioso che va avanti dagli anni Novanta. I primi barconi sono comparsi sul Naviglio nel 1985. Dopo circa 10 anni la Regione Lombardia (che all'epoca gestiva i Navigli) iniziò la lunga battaglia legale che, a colpi di sentenze e ricorsi, è terminata martedì.

I gestori pronti a partecipare al bando

Tra quattro mesi dunque la fisionomia del Naviglio "piccolo" di Milano cambierà. I gestori dei tre locali con annessi barconi – il "Cristal Pub" di via Ascanio Sforza 11, l’"Old Camillo’s Pub" in Ascanio Sforza 19 e il "Barcone cafè" di via Scoglio di Quarto 3 – hanno annunciato che parteciperanno a un eventuale bando del Comune. Ma uno di loro, il legale rappresentante della società che gestisce Il Barcone, intervistato dal "Corriere della sera" ha sollevato un problema non di poco conto: "La chiatta ormeggiata davanti al locale ne è parte integrante. La nostra licenza dal 1985 è unica e riguarda ristorante, dehors e barcone". Una questione spinosa che, adesso, passerà nelle mani di Palazzo Marino.

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