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I residenti di via Sarpi e la Lega contro Google: “Non siamo Chinatown”

Alcuni residenti di via Paolo Sarpi, zona di Milano nota come Chinatown, vogliono chiedere al Comune di fare pressioni su Google affinché rimuova il nome “Chinatown”, giudicato “offensivo”, dall’applicazione Maps. La mozione è firmata dal comitato Vivisarpi e dal Carroccio, ma la maggioranza è contraria.
A cura di Francesco Loiacono
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Alcuni residenti di via Sarpi a Milano, riuniti nel comitato Vivisarpi, sono pronti a intraprendere una battaglia contro Google per evitare che, sull'applicazione Maps del colosso statunitense, la zona in cui abitano sia chiamata Chinatown. La notizia potrebbe suscitare qualche sorriso, se non si inserisse in una polemica più ampia che da tempo divide gli italiani della zona dai cinesi, per lo più commercianti e non residenti. E la battaglia intrapresa dal comitato Vivisarpi e spalleggiata dalla Lega Nord arriva anche alla vigilia della decisione sull'installazione delle "Porte del Dragone" all'inizio e alla fine della via. Un progetto a carattere temporaneo che potrebbe durare per il periodo di Expo, ma al quale Vivisarpi si oppone.

La Lega: "Parlare di Chinatown è offensivo"

Martedì la consigliera di zona 1 Cristina Scaramucci, della Lega Nord, presenterà in Consiglio la sua mozione per chiedere a Palazzo Marino di fare pressioni su Google: "Parlare di Chinatown è antistorico e offensivo per l’identità milanese", ha detto Scaramucci. Un concetto più volte ripetuto anche dal comitato Vivisarpi, ma che non è condiviso dalla maggioranza in Consiglio: "Quella della Lega è una battaglia di retroguardia, anche perché la toponomastica di Google Maps viene definita grazie al contributo degli utenti e a un algoritmo che privilegia i nomi più utilizzati. Come, appunto, Chinatown per indicare il quartiere Sarpi", spiega a Repubblica Mattia Abdu, presidente della commissione Urbanistica. Contro la mozione anche il presidente di zona 1 Fabio Arrigoni, secondo cui il Comune non può interferire con le scelte di un operatore privato, e Angelo Ou, imprenditore cinese molto importante a Milano, che spiega: "Fino a qualche anno fa, noi per primi non amavamo la definizione ‘Chinatown', ma negli anni grazie ai media, ‘ si è imposto come nome della zona. Ne prendiamo atto e oggi lo difendiamo".

Il presidente di Vivisarpi Pier Franco Lionetto, però, non ci sta: "Definire Chinatown il nostro quartiere è irrispettoso. Se non riesce a convincere Google, il Comune imponga almeno ad Atm di cambiare sul proprio sito web la definizione da Chinatown a ‘Sarpi-Bramante-Canonica' o solo ‘Sarpi'. Anche il valore immobiliare delle case ne gioverebbe".

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