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Formigoni, le motivazioni della condanna per corruzione: “Utilità per sei milioni di euro”

Depositate le motivazioni della sentenza con cui, lo scorso dicembre, l’ex governatore della Lombardia Roberto Formigoni è stato condannato a sei anni di reclusione per corruzione. I giudici hanno stimato in sei milioni di euro il controvalore delle utilità di cui l’ex Celeste avrebbe beneficiato in cinque anni, a fronte di erogazioni alla Fondazione Maugeri e al San Raffaele di Milano.
A cura di Francesco Loiacono
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Sono contenute in un fascicolo di quasi 700 pagine le motivazioni della sentenza con cui, lo scorso dicembre, il Tribunale di Milano ha condannato a sei anni di reclusione l'ex governatore della Lombardia Roberto Formigoni, coinvolto nello scandalo relativo ai fondi per la Fondazione Maugeri di Pavia e l'ospedale San Raffaele di Milano. I giudici hanno stimato in almeno sei milioni di euro, pagati in cinque anni (tra il 2006 e il 2011), il controvalore delle utilità che sarebbero state corrisposte a Formigoni a fronte dei fondi erogati alla Maugeri e al San Raffaele, stimati rispettivamente in circa 120 e 180 milioni di euro.

I giudici: "Parallelismo tra le erogazioni e le utilità"

Il senatore Formigoni era stato condannato per corruzione, mentre era stato assolto dall'altra imputazione, associazione per delinquere. L'ex Celeste si era sempre difeso sostenendo che le presunte utilità fossero semplicemente favori e regalie tra amici. Ma per i giudici non è così: "Gli ingenti capitali investiti" dal faccendiere Pierangelo Daccò e dall'ex assessore regionale Antonio Simone (anche loro condannati rispettivamente a 9 anni e 2 mesi e 8 anni e 8 mesi) "per garantire a Formigoni vacanze in località esclusive, disponibilità di imbarcazioni di lusso, uso di dimore di pregio, un altissimo tenore di vita, cene di rappresentanza e viaggi su aerei privati sono del tutto esorbitanti in un qualsiasi normale rapporto di amicizia". Al contrario, le utilità "trovano, viceversa, sotto il profilo quantitativo e temporale, una logica spiegazione proprio nella remunerazione che i privati riconoscono al pubblico ufficiale quale corrispettivo al mercimonio delle funzioni". I giudici hanno infatti sottolineato un "quasi parallelismo" tra le erogazioni alla Maugeri e al San Raffaele e le utilità di cui Formigoni ha beneficiato. Secondo i magistrati nel processo sono emersi "gravi fatti posti in essere dalla più alta carica politica della Regione Lombardia per un lungo periodo di tempo, con particolare pervicacia", con "palese abuso delle sue funzioni" e "in modo particolarmente callido e spregiudicato, per fini marcatamente di lucro e con grave danno per la Regione".

L'inventario delle utilità

Nelle motivazioni sono elencate tutte le utilità che secondo i giudici sarebbero state "percepite dal Presidente Formigoni". Sono state suddivise in macrocategorie "per comodità": ci sono imbarcazioni, vacanze di Capodanno e altri viaggi, la villa in Sardegna ad Arzachena – Località Li Liccioli, denaro contante e un finanziamento elettorale di 600mila euro. Non rientrano nelle utilità, invece, le cene in ristoranti di lusso organizzate da Daccò per Formigoni. Il senatore di Area popolare, che rischia un nuovo processo sempre con l'accusa di corruzione, lo scorso dicembre aveva preannunciato ricorso parlando di una "sentenza ingiusta": "Mai, in nessun modo e in nessuna occasione, ho lasciato che interessi personali influissero sulle scelte di governo della cosa pubblica".

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