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Expo 2015, il caso dei 600 pass negati senza un perché. I sindacati: “Stato di polizia”

Seicento lavoratori sono stati esclusi o espulsi da Expo su richiesta della prefettura, che però non ha spiegato il motivo. I dati sono stati diffusi durante un incontro nel palazzo di corso Monforte. I sindacati non ci stanno: “Non sappiamo nulla dei motivi per i quali questi seicento lavoratori hanno perso un’opportunità di lavoro”.
A cura di Francesco Loiacono
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Seicento lavoratori sono stati esclusi o espulsi dal sito Expo di Rho-Pero su richiesta della prefettura. Il motivo, però, resta ignoto. I dati sono stati diffusi durante un vertice in corso Monforte per affrontare la questione della autorizzazioni negate per entrare all'Esposizione universale. Mancate autorizzazioni che hanno comportato l'impossibilità per alcuni lavoratori assunti da aziende presenti in Expo di entrare fisicamente nel sito espositivo, con la conseguenza del loro licenziamento. Ma quello che sembra una specie di "daspo" preventivo ha colpito anche altre categorie di persone: giornalisti free lance, accompagnatori turistici, hostess e steward. Una situazione che i sindacati bollano come tipica di uno "Stato di polizia": "Non sappiamo nulla dei motivi per i quali questi seicento lavoratori hanno perso un'opportunità di lavoro, non ci hanno dato nemmeno la casistica", dice a Repubblica Antonio Lareno della Cgil.

Expo 2015, negati 600 pass a lavoratori

La prefettura non ha voluto rendere noti i motivi delle esclusioni delle 600 persone, pari a un centesimo di quelli controllati dalla polizia in base all'archivio del Sistema d'indagine, Sdi. Expo è ritenuto un sito sensibile ad alto rischio per attentati, ma questo non sembra giustificare un provvedimento così restrittivo per i diritti delle persone. Una piccola vittoria i sindacati l'hanno ottenuta: la possibilità per i lavoratori esclusi di fare ricorso e rivedere la propria posizione. Le informazioni in possesso della polizia potrebbero infatti non essere aggiornate. Da parte sua, la società Expo nega invece di avere un ruolo attivo nella vicenda: "Expo sostiene di essere mero ente stampatore del permesso di accesso il cui assenso o diniego arrivava direttamente dalle autorità competenti – afferma Antonio Lareno -. Noi proviamo la strada della conciliazione per far assumere la gente, ma nei prossimi giorni siamo pronti a valutare anche un esposto alla magistratura". Nei prossimi giorni, sul tema, si svolgerà un vertice chiarificatore tra la società Expo e la prefettura.

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