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Estrema destra al cimitero Maggiore di Milano: saluti romani a pochi giorni dal 25 aprile

Domenica 23 aprile reduci della Repubblica sociale italiana si sono ritrovati al campo X del cimitero Maggiore di Milano per la tradizionale commemorazione dei caduti repubblichini. All’ingresso la polizia ha sequestrato bandiere e vessilli. Alcuni dei presenti hanno fatto il saluto romano e sono stati per questo identificati. Domani la scena si potrebbe ripetere: prefettura e questura hanno vietato la parata dell’estrema destra, ma è impossibile impedire l’accesso al camposanto ai singoli. E nei prossimi giorni sono annunciate altre manifestazioni che rischiano di alimentare tensioni.
A cura di Francesco Loiacono
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Saluto romano a una manifestazione per ricordare Sergio Ramelli (Immagine di repertorio)
Saluto romano a una manifestazione per ricordare Sergio Ramelli (Immagine di repertorio)

Il divieto di questura e prefettura di Milano, in un certo senso, ha retto. Ma, nonostante ciò, nulla ha impedito che alcuni esponenti di estrema destra, che ieri si sono ritrovati al campo X del cimitero Maggiore per commemorare i caduti della Repubblica di Salò, li abbiano "onorati" con tanto di saluto romano. Il 25 aprile si avvicina, a Milano così come in tutta Italia, facendo sanguinare come ogni anno le ferite di un Paese diviso su un episodio fondativo della sua storia, quale fu la Resistenza.

Nel capoluogo lombardo le ferite sono forse più sentite che altrove: nei giorni di fine aprile alle cerimonie ufficiali dei vincitori, come il corteo per il 72esimo anniversario della Liberazione che sfilerà domani da Porta Venezia a piazza Duomo, si affiancano quelle dei "vinti": reduci, nostalgici e nuovi simpatizzanti dell'ideologia che per venti anni tenne il Paese sotto dittatura si incontrano nei luoghi simbolo della "loro" storia.

Domenica 23 aprile è stata la volta della celebrazione dei 921 caduti repubblichini e nazisti, i cui resti sono custoditi al campo X del cimitero Maggiore. Una celebrazione che avviene ogni anno, e che da quattro anni veniva replicata, in maniera provocatoria, il 25 aprile. Quest'anno, stando a quanto hanno deciso il prefetto Luciana Lamorgese e il questore Marcello Cardona, non sarà così. Ma sarà altresì impossibile impedire l'accesso al camposanto a singole persone. Potrà dunque accadere quanto avvenuto ieri: all'ingresso la polizia ha sequestrato bandiere, stendardi e vessilli riconducibili alla Repubblica sociale italiana, generando parecchi malumori tra i reduci. Poi, però, dopo le benedizione di un prete, alcuni esponenti dell'ultradestra hanno fatto il saluto romano, venendo identificati dalle forze dell'ordine.

Previsti giorni di tensione per gli altri raduni di estrema destra

Nei prossimi giorni la tensione rimarrà alta: per domani l'attenzione sarà ancora puntata sul Musocco, per capire se ci sarà chi cercherà di contravvenire al divieto di prefetto e questore. Poi, il 29 aprile, sarà la volta dell'annuale commemorazione di Sergio Ramelli, studente di estrema destra ucciso sotto casa sua a Milano nel 1975 da un gruppo legato ad Avanguardia operaia. CasaPound e Forza Nuova hanno annunciato un corteo nazionale (nel quale saranno ricordati come ogni anno anche Enrico Pedenovi e Carlo Borsani): l'anno scorso la manifestazione, che ogni anno alimenta polemiche e contromanifestazioni, fu però vietata e si tradusse in un presidio statico nei pressi della chiesa dei Santi Nereo e Achilleo in viale Argonne.

Il sindaco Scanagatti: "Vietare corteo neofascista anche a Monza"

Non è solo Milano, naturalmente, a fare i conti con un passato divisivo. Il 30 aprile l'attenzione si sposterà a Giulino di Mezzegra, dove il 28 aprile 1945 vennero fucilati Benito Mussolini e Claretta Petacci. I "simpatizzanti" del Duce hanno organizzato, come avviene ogni anno, una messa e un pranzo commemorativi. Anche qui inevitabili le polemiche: i partigiani di Dongo hanno incontrato venerdì il prefetto di Como per manifestare la propria contrarietà, chiedendo che la manifestazione avvenga tra i dovuti controlli affinché la celebrazione non diventi apologia.

A Monza, invece, il sindaco Roberto Scanagatti ha chiesto al prefetto di "vietare la parata delle organizzazioni neofasciste" prevista il 25 aprile, così come avvenuto a Milano: "Monza, città democratica ed antifascista, si trova nella stessa situazione: anche qui forze di stampo neofascista organizzano una parata all’interno del cimitero nella giornata del 25 aprile, che si conclude con l’esibizione di bandiere e simboli della Repubblica di Salò. In seguito alla decisione delle autorità milanesi Le chiedo che analogo provvedimento venga assunto anche a Monza, in quanto non si giustificherebbe un diverso comportamento da parte delle Autorità preposte", ha scritto il primo cittadino.

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