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Esplosione via Brioschi, la lettera dei genitori dei fidanzati morti. Pellicanò scoppia a piangere

Letta in aula la lettera dei genitori di Chiara Magnamassa e Riccardo Maglianesi, la coppia di 27 anni rimasta uccisa nell’espressione di via Brioschi a Milano del giugno 2016. In aula Roberto Pellicanò, che ha confessato di aver provocato l’esplosione per vendicarsi della moglie, è scoppiato a piangere.
A cura di Valerio Renzi
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I genitori di Chiara Magnamassa e Riccardo Maglianesi, i due fidanzati di 27 anni morti il 12 giugno del 2016 nell'esplosione di una palazzina in via Brioschi a Milano, hanno fatto leggere una lettera nell'aula di tribunale a Milano dove si trova sotto processo Roberto Pellicanò, accusato di aver provocato l'esplosione con l'intenzione di colpire la moglie Micaela Masella da cui si stava separando, rimasta anche lei uccisa. Nell'esplosione rimasero feriti anche i due figli di 7 e 11 anni.

"Perché? Perché i nostri figli hanno dovuto pagare un prezzo così atroce e irreparabile per una storia che non è – non è mai stata nemmeno per un istante – la loro storia? Perché una fine così orrenda, così assurda, che racchiude in sè il carattere dell'ingiustizia assoluta?". Così la drammatica lettera dei genitori che hanno perso i loro figli, letta dall'avvocata Valeria Attili. Pellicanò, che aveva chiesto perdono proprio a loro, non ha retto ed è scoppiato in lacrime durante la lettura. Per lui l'accusa ha chiesto l'ergastolo, mentre la difesa l'assoluzione in virtù della "non volontà di uccidere" dell'accusato.

"Desideriamo portare la nostra testimonianza in questo processo, in quanto coinvolti in una vicenda assurda e sanguinosa, che ci lascia distrutti e sgomenti. – prosegue la lettera – Vogliamo provare a tenere a distanza la rabbia, che pure è la compagna inseparabile della nostra vita ferita a morte, e ancor più ogni voglia torbida di vendetta, alla quale cerchiamo di resistere con tutte le nostre forze, convinti come siamo che la sofferenza del colpevole si aggiunge a quella delle vittime e non può minimamente alleviarla nè restituirci i nostri ragazzi".

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