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Maurantonio, rimossi insulti e foto offensive dalla pagina Facebook che lo insulta

Sono stati rimossi gli insulti e le foto offensive apparsi su un gruppo Facebook che derideva Domenico Maurantonio, lo studente padovano morto lo scorso 10 maggio 2015 mentre si trovava in gita a Milano. Sul fronte delle indagini però la morte del ragazzo resta ancora un mistero.
A cura di Francesco Loiacono
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Sono stati rimossi gli insulti e le foto offensive presenti nella pagina Facebook "Il pappagallo di Domenico Maurantonio", un gruppo apparso sul popolare social network pochi giorni dopo la morte dello studente padovano. La comparsa della pagina e l'aumento dei suoi iscritti erano stati segnalati da Fanpage.it in diversi articoli, poi ripresi anche da altri giornali. Purtroppo, alla relativa pubblicità che ne era conseguita, era corrisposto un incremento esponenziale delle persone che, non si capisce spinte da cosa, avevano deciso di mettere il proprio "mi piace" sulla pagina. Dai quattro iniziali il gruppo era arrivato a contare oltre 900 "estimatori".

Domenico Maurantonio, rimosse le offese su Facebook

In realtà, il gruppo, nonostante le tante critiche e segnalazioni degli altri utenti di Facebook, non è ancora stato rimosso. Il creatore, però, forse ha pensato che il suo scherzo – se tale può essere definito – gli stava sfuggendo di mano. Dopo aver reagito in maniera sprezzante all'involontaria pubblicità piovutagli addosso deve averci ripensato, rimuovendo dal gruppo tutto il materiale che offendeva la memoria dello studente morto in gita lo scorso 10 maggio in circostanze ancora misteriose (qui le tappe dell'inchiesta). Oltre a scritte attribuite al "pappagallo di Domenico" – si tratta dell'animale che è ritratto sulla spalla del ragazzo in una delle sue foto – negli ultimi giorni il creatore (o i creatori) della pagina avevano alzato il tiro, pubblicando anche "meme" platealmente offensivi e irriguardosi nei confronti di Domenico.

Non si sa se la scelta di rimuovere tutti questi contenuti sia dovuta alla minaccia di tanti altri utenti di rivolgersi alla polizia postale, o sia stata una iniziativa dell'azienda guidata da Mark Zuckerberg. Fatto sta che, almeno per ora, la pagina è stata ripulita da quelle che sembravano essere cattiverie gratuite, senza alcun ombra di ironia o sarcasmo. Adesso l'attenzione va di nuovo spostata sul fronte delle indagini: spetterà alla magistratura accelerare per cercare di risolvere un mistero che va avanti ormai da quasi due mesi.

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