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Domenico Maurantonio, l’avvocato di famiglia: “Tra lui e i compagni non c’era amicizia”

Secondo Eraldo Stefani, che investiga per conto della famiglia Maurantonio sulla morte di Domenico, tra il ragazzo e i suoi compagni di classe “non c’era il valore dell’amicizia”. Dai rilievi emerge che il 19enne sarebbe caduto “a piombo”. Nessuno degli ospiti dell’hotel avrebbe sentito nulla. Su Facebook aumenta il numero di gruppi che chiedono verità sulla morte dello studente, ma c’è anche un gruppo che ironizza su una sua foto.
A cura di Francesco Loiacono
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"Fra Domenico e i compagni non c'è valore dell'amicizia". A dirlo, intervistato dall'Huffington Post, è Eraldo Stefani, legale che investiga per conto della famiglia Maurantonio sulla morte del loro figlio 19enne, precipitato dal quinto piano di un hotel a nord di Milano. L'avvocato spiega che le sue dichiarazioni sono avvalorate da "fatti storici": "Chi aveva l'occasione di parlare per completare il quadro ha perso quella occasione", dice Stefani, convinto che il silenzio "così eclatante" dei compagni di classe di Domenico, gli studenti della quinta E del liceo scientifico Ippolito Nievo di Padova, "non abbia senso".

Un ragazzo negli scorsi giorni aveva provato ad abbattere il muro del silenzio, spiegando che i compagni di Domenico sarebbero stati costretti al mutismo dalla questura di Milano per non ostacolare le indagini: "Non abbiamo tradito Domenico, era uno di noi", le parole del giovane. Parole che però non convincono l'avvocato Stefani: "Le mie indagini portano a pensare a un diverso valore della amicizia. Fra Domenico e i compagni non c'è valore dell'amicizia". Un contesto che avvalorerebbe anche l'ipotesi fatta negli scorsi giorni da Antonia Comin, la madre di Domenico: "L'unica ipotesi è che sia stato buttato giù".

Domenico sarebbe caduto "a piombo"

Sul fronte delle indagini, le ultime novità emerse dai rilievi degli inquirenti riguardano la dinamica della caduta di Domenico. Il ragazzo sarebbe infatti precipitato "a piombo", ossia in parallelo alla parete dell'hotel. Nessuna novità di rilievo invece dagli interrogatori agli ospiti che erano all'hotel Da Vinci di Bruzzano la notte della tragedia, lo scorso 10 maggio: nessuno avrebbe infatti segnalato situazioni anomale, come urla o rumori sospetti nell'area dell'edificio dove si trovavano i ragazzi.

Dagli interrogatori è emerso invece che alcuni studenti, la mattina del 10 maggio, si erano accorti dell'assenza del compagno di classe. I compagni non ne avrebbero parlato però con i professori: un atteggiamento che potrebbe anche essere interpretato come un tentativo di "coprire" Maurantonio, nell'eventualità – frequente in gita – che Domenico si fosse allontanato volontariamente dalla sua stanza per un po'. Si resta in attesa dei risultati degli esami tossicologici, genetici e medico-legali sul cadavere dello studente, che dovrebbero arrivare nei prossimi giorni, affidati dal pubblico ministero a tre consulenti.

Su Facebook in tanti chiedono giustizia per Domenico

Intanto aumenta su Facebook il numero di pagine e gruppi che chiedono verità e giustizia sulla morte di Domenico Maurantonio. Ad oggi se ne contano quattro: il più numeroso, quasi duemila iscritti, è semplicemente intitolato al giovane, e raccoglie sfoghi di gente comune che si chiede come sia possibile che, a quasi tre settimane dalla tragedia, non si riesca ancora ad appurare la verità.

Come sempre, però, la rete nasconde anche brutte sorprese: in questo caso si tratta di un gruppo intitolato al "pappagallo di Domenico Maurantonio". Il riferimento è a una delle foto del ragazzo pubblicate dai giornali, che lo ritrae con un pappagallo colorato sulla spalla: non si sa quale sia l'intento della pagina, alla quale fortunatamente aderiscono per ora solo quattro persone. Resta però il cattivo gusto di una trovata che sembra inopportuna di fronte alla morte di un ragazzo.

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