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Diciassettenne suicida dopo aver denunciato gli abusi, rinviato a giudizio lo zio

A inizio 2013 la ragazza, residente a Vigevano, aveva denunciato di aver subito per sette anni gli abusi dello zio. Poi, il 13 maggio dello stesso anno, si era tolta la vita. A febbraio scatta il processo contro l’uomo, ormai malato e in fin di vita.
A cura di Francesco Loiacono
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Da Vigevano, in provincia di Pavia, arriva, raccontata dal Corriere, l'ultima di tante tristi storie di abusi perpetrati all'interno della famiglia. La vittima in questo caso è Anna, una ragazza di 17 anni che, dopo aver subito per dieci anni le violenze da parte dello zio, il 13 maggio del 2013 decise di togliersi la vita gettandosi sotto a un treno a poca distanza dalla stazione di Vigevano. All'inizio dello stesso anno la ragazza aveva trovato la forza di denunciare tutto quello che era stata costretta a subire per anni. Da allora, lei e suo fratello erano andati a vivere in una comunità protetta, sottratti alla madre. Pochi giorni dopo il suicidio, Anna avrebbe dovuto ripetere le accuse mosse allo zio davanti ai giudici. La storia di abusi era nata da quando lo zio, fratello gemello del padre scomparso a causa della leucemia, era andato a vivere in casa loro e allacciato una relazione con la madre. Poi, però, erano iniziate le violenze ai danni della ragazza, allora di appena dieci anni. Il suicidio della ragazza era arrivato inaspettato: secondo la psicologa e gli operatori della comunità, Anna dopo aver trovato la forza di denunciare le violenze sembrava più serena. In una lettera la ragazza aveva salutato il fratellino: "Mi spiace che per colpa mia anche tu sei finito in comunità. Io non ce la faccio più, tu cerca di andare avanti. Ti voglio bene".

La denuncia e il processo

Dopo aver ascoltato il racconto della ragazza per più volte, dalla polizia la segnalazione della sua storia era arrivata al tribunale dei minorenni. Il fascicolo era in mano al pubblico ministero Ethel Ancona che aveva avviato l'indagine contro lo zio, andata avanti anche dopo la morte della ragazza. Adesso l'inchiesta è finita a Pavia, ma ad occuparsene su richiesta del procuratore capo Gustavo Cioppa sarà sempre il pm Ancona. Per il 17 febbraio è fissata l'udienza con rito abbreviato. La giustizia, però, potrebbe non arrivare in tempo: lo zio aguzzino è infatti gravemente malato, e sarebbe in fin di vita.

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