Denaro sporco dai money transfer di Milano in Cina: scoperto riciclaggio da 2,7 miliardi
La procura di Milano ha scoperto un presunto maxi-riclaggio di denaro sporco, per la somma monstre di 2,7 miliardi di euro. I soldi deriverebbero dalle attività illecite di una parte della comunità cinese di tutta Italia, che avrebbe creato e usufruito di una vera e propria organizzazione criminale per trasferire in patria il denaro, facendolo transitare da agenzie abusive di money transfer e altre società. Mentre queste ultime sarebbero localizzate a Londra, secondo gli inquirenti sarebbe Milano il fulcro dell'attività illecita dei money transfer abusivi.
Al momento l'inchiesta, coordinata dai pubblici ministeri Grazia Colacicco e Giordano Baggio, ha portato al fermo di una persona originaria del Paraguay e agli arresti domiciliari per un italiano e un cinese. Le accuse per i fermati e altri indagati sono diverse: associazione a delinquere aggravata dalla transnazionalità, esercizio abusivo di attività finanziaria, abusiva prestazione dei servizi di pagamento, riciclaggio, autoriciclaggio e vari delitti tributari. Le indagini sono partite circa un anno fa, sulla base di segnalazioni su un sospetto riciclaggio e di un esposto anonimo. La polizia e la guardia di finanza hanno eseguito diverse perquisizioni nella zona di via Sarpi a Milano, nota come Chinatown (dove oggi un 32enne cinese è morto, probabilmente ucciso, colpito da un proiettile al petto mentre si trovava in casa) e a Roma. Secondo gli inquirenti gli indagati avevano creato una sorta di contabilità parallela che certificherebbe l'esistenza del maxi-riciclaggio.