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Dal mitra di “Rambo” ai lanciarazzi: 200 armi da guerra sequestrate a 8 insospettabili

Oltre 200 armi da guerra, tra cui kalashnikov e fucili lanciarazzi, sono stati sequestrati dai carabinieri nelle abitazioni di otto insospettabili residenti nelle province di Milano, Bergamo, Brescia e Bologna, poi finiti in manette. Il valore delle armi è di circa due milioni di euro. Sembra che gli arrestati siano solo appassionati: sono in corso controlli sull’arsenale sequestrato.
A cura di Francesco Loiacono
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Centinaia di micidiali armi da guerra collezionate per passione o per arricchirsi. È l'incredibile scoperta fatta dai carabinieri di Legnano (in provincia di Milano), che coordinati dal sostituto procuratore di Busto Arsizio Francesca Gentilini hanno arrestato otto insospettabili – tra di loro un ex muratore, un'infermiera e un autista di autobus – residenti nelle province di Milano, Brescia, Bergamo e Bologna.

L'operazione, chiamata "Arma letale", è partita dall'arresto di due fratelli gemelli residenti a Castano Primo, nel Milanese. I due, di professione operai, a febbraio scorso erano stati arrestati dopo che nelle loro abitazioni erano state trovate tre pistole, due kalashnikov, due mitagliette, un fucile e diversi proiettili. Alcune armi erano state nascoste persino sotto il letto del figlio di sei anni di uno dei gemelli.

Dal mitra di "Rambo" ai lanciarazzi: sequestrate 200 armi da guerra

Dal loro arresto i carabinieri sono rapidamente risaliti ad altre sei persone altrettanto insospettabili, tranne uno che aveva un vecchio precedente per traffico d'armi. Gli otto custodivano nelle loro abitazioni o nei box oltre 200 armi: dai fucili anticarro della Seconda guerra mondiale ai kalashnikov, dalle pistole in uso a diversi corpi di polizia europea all'MP5 in uso "esclusivo" ai corpi speciali, passando dalla mitragliatrice M60 diventata celebre con il film "Rambo". Un arsenale completo, con armi bianche e da fuoco, perfettamente funzionante, con pezzi difficili da reperire persino sul mercato illegale, e corredato di circa 100mila munizioni, comprese quelle per l'artiglieria antiaerea. Il valore totale si aggira sui due milioni di euro circa.

Tra gli arrestati anche un ultraottantenne di Brescia – ai domiciliari, in carcere è finito il figlio -, ex muratore in pensione, che aveva trasformato il sottotetto di casa in un laboratorio clandestino in cui da decenni sistemava e manuteneva, in modo maniacale, armi di tutti i generi che poi testava in un banco di prova auto-costruito. In manette sono finiti anche tre bergamaschi che gli investigatori ritengono essere una sorta di "corrieri" delle armi: si tratta di un'infermiera 45enne, del marito autista di autobus e, sembra, di un loro congiunto, sorpresi tra l'altro con una mitragliatrice da guerra russa e diverse altre armi nascoste nella Bergamasca. Sarebbero entrati in contatto con i gemelli milanesi a "Ferrara Militaria", una delle principali fiere dedicate al collezionismo militare, frequentate da tutti gli arrestati. Oltre ai milanesi, ai bresciani e ai bergamaschi in manette sono finite anche due persone di San Giovanni in Persiceto, nel Bolognese, che in un box avevano nascosto decine di pistole, diversi mitragliatori e munizioni varie.

Gli otto insospettabili sarebbero maniaci delle armi

Al momento non ci sarebbe l'ombra di eversione, mafia o criminalità comune, ma solo la presenza di maniaci delle armi, anche se gli investigatori stanno esaminando tutto il materiale sequestrato – sei mitragliatori, 24 pistole mitragliatrici, quattro pistole lanciarazzi, 74 fucili semiautomatici ed automatici e 76 tra pistole e revolver – per capire se sia stato usato per commettere reati. "Mai avrei pensato di raggiungere un risultato del genere in appena due mesi", ha commentato il sostituto procuratore di Busto Arsizio Francesca Gentilini.

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