41 CONDIVISIONI

Coppia dell’acido, Martina Levato potrà vedere il figlio una volta al giorno

I giudici del tribunale per minorenni di Milano hanno deciso che Martina Levato potrà vedere suo figlio una volta al giorno alla presenza di operatori sanitari. Gli stessi giudici hanno anche aperto il procedimento di adottabilità del minore.
A cura di Susanna Picone
41 CONDIVISIONI
Immagine

Martina Levato, la mamma del piccolo Achille, potrà vedere solo una volta al giorno il figlio dato alla luce il giorno di Ferragosto. Potrà vederlo alla presenza di operatori sanitari e con una visita di durata contenuta. Lo hanno deciso in seguito a una lunga camera di consiglio i giudici del tribunale per minorenni di Milano con un provvedimento “cautelare e urgente”. Martina Levato, secondo questo provvedimento, potrà vedere suo figlio soltanto “una volta giornaliera” e limitatamente “ad un momento di durata limitata” e “con l'esclusione dell'allattamento, alla presenza di un operatore sociosanitario”. Il tribunale ha inoltre aperto, come aveva richiesto il pm dei minori Annamaria Fiorillo, il procedimento di adottabilità del bambino sul quale, però, dovrà poi esserci una decisione successiva nel merito.

La decisione dei giudici sul figlio della “coppia diabolica” – Il Tribunale dei minori ha deciso di affidare il bambino al Comune di Milano, in attesa di aprire un’istruttoria per esaminare i molteplici risvolti della vicenda. La mamma del piccolo Achille, che ha partorito tre giorni fa alla clinica Mangiagalli di Milano, è stata condannata insieme al compagno Alexander Boattcher a 14 anni di reclusione per l’aggressione con l’acido ai danni di Pietro Barbini. Secondo l'avvocato Stefano De Cesare, legale della donna, Martina quando verrà dimessa dalla clinica Mangiagalli dovrebbe essere portata all'Icam, istituto per detenute madri con figli, assieme al piccolo, come stabilito dal gip di Milano su richiesta del pm Marcello Musso.

Boettcher chiede di riconoscere il bambino – Intanto oggi il legale di Alexander Boettcher ha scritto una lettera al Garante dei detenuti e al Comune di Milano, indirizzandola al sindaco Giuliano Pisapia, per avere chiarimenti sulle procedure di riconoscimento del figlio. L’uomo non è stato infatti ancora in grado di firmare i documenti per il riconoscimento del bimbo nonostante il nullaosta arrivato dal tribunale di Milano glielo permettesse.

41 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views