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Caos in Comune per la delibera sugli scali ferroviari: occupato l’ufficio di Pisapia

Si infuoca il dibattito politico a Milano attorno alla delibera sulla riqualificazione degli scali ferroviari dismessi. Sul progetto, che riguarda un’area di oltre un milione di metri quadri, la giunta Pisapia la scorsa settimana è stata battuta in aula. Mercoledì i capigruppo dell’opposizione hanno occupato simbolicamente l’ufficio del sindaco per chiedere il ritiro della delibera, che sarà ripresentata in aula a pochi giorni dalla prima bocciatura.
A cura di Francesco Loiacono
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L'occupazione dell'ufficio del sindaco Pisapia ad opera dei capigruppo dell'opposizione (Foto: Alessandro Morelli via Facebook)
L'occupazione dell'ufficio del sindaco Pisapia ad opera dei capigruppo dell'opposizione (Foto: Alessandro Morelli via Facebook)

La delibera sulla riqualificazione degli ex scali ferroviari di Milano rende infuocato il clima politico all'interno di Palazzo Marino. La scorsa settimana, per la prima volta, la giunta Pisapia era caduta proprio sull'approvazione del testo, che riguarda una delle più grandi riqualificazioni urbane mai progettate in Italia. Mercoledì 16 dicembre, invece, l'opposizione ha inscenato una protesta "simbolica" per manifestare la propria contrarietà a un nuovo passaggio in aula del testo a pochi giorni dalla prima bocciatura. Quando il presidente della commissione Urbanistica Roberto Biscardini ha deciso di considerare già discussa la delibera-bis, anche se mancavano ancora gli interventi di una dozzina di consiglieri, i capigruppo dell'opposizione Pietro Tatarella (Forza Italia), Marco Osnato (Fratelli d'Italia) e Alessandro Morelli (Lega nord) hanno occupato l'ufficio del sindaco Giuliano Pisapia. Morelli ha poi postato la foto del blitz su Facebook.

Il sindaco ha deciso di non ritirare la delibera

Pisapia non si è tirato indietro, e ha anzi chiamato anche gli altri consiglieri d'opposizione improvvisando un incontro. La loro richiesta al sindaco è stata quella di ritirare la delibera, ma il primo cittadino l'ha rifiutata. A quel punto la protesta dell'opposizione è proseguita con l'occupazione dei posti riservati a sindaco e assessori nell'aula del Consiglio comunale. La seduta è stata sospesa più volte dal presidente Basilio Rizzo fino a quando i consiglieri d'opposizione non hanno ripreso i loro posti.

Cosa prevede la delibera sugli scali ferroviari

La delibera sugli scali ferroviari dismessi di Milano riguarda un'area di oltre un milione di metri quadrati ad oggi abbandonati, degradati o sui quali sono stati realizzati in quest'ultimo anno interessanti progetti di riutilizzo temporaneo – come ad esempio il Mercato metropolitano a Porta Genova o il villaggio The Tank allo Scalo Romana -. Frutto di un lavoro portato avanti dall'ex vicesindaco e assessore all'Urbanistica Ada Lucia De Cesaris, è un progetto che è stato già firmato dal sindaco Pisapia, dal governatore Roberto Maroni e dai vertici di Ferrovie dello Stato.

Per il neo assessore milanese all'Urbanistica, Alessandro Balducci, l'accordo sugli scali ferroviari è fondamentale e "consentirà la creazione di 22mila nuovi posti di lavoro". Il progetto, che ha ricevuto anche il benestare del presidente del Consiglio nazionale degli architetti, prevede la destinazione di 540mila metri quadrati a verde e servizi e la realizzazione di 2.600 alloggi a canone calmierato. Per l'assessore non ci sarà ulteriore consumo di suolo, anche se è indubbio che ci sarà sicuramente una massiccia cementificazione delle aree, secondo un modello di sviluppo che, come affermato dal presidente della commissione Urbanistica Biscardini in occasione di un incontro, rischia di essere sempre uguale: "Nuovi quartieri residenziali con al centro un supermercato Esselunga".

L'impressione è comunque che sulla discussione della delibera degli scali ferroviari si stia giocando una partita più grande, che riguarda soprattutto il delinearsi delle strategie e delle alleanze, all'interno del centrosinistra, in vista delle future elezioni comunali del 2016. Ne è riprova anche il fatto che, in prima votazione, la delibera non sia passata per il voto contrario dei consiglieri di maggioranza della lista Sinistra per Pisapia Rizzo e Sonego, che si sono aggiunti a quelli di Biscardini, Cappato e Grassi e dei consiglieri dell'opposizione.

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