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Burqa e veli vietati negli edifici pubblici della Lombardia, ecco l’avviso esposto (FOTO)

Dal primo gennaio 2016 entra in vigore in Lombardia il divieto di entrare in tutti gli edifici pubblici, compresi Asl e ospedali, con volto coperto da burqa o altri veli integrali. Nell’avviso esposto fuori da tutti gli edifici compare chiaramente il riferimento al velo tipico indossato da alcune donne di fede musulmana.
A cura di Francesco Loiacono
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Da domani, primo gennaio 2016, entrerà in vigore in Lombardia il divieto di entrare in tutti gli edifici pubblici con volto coperto, non solo da caschi o passamontagna, ma anche da burqa e niqab. Il provvedimento, approvato qualche settimana fa dalla giunta guidata da Roberto Maroni su iniziativa della Lega, ha adesso anche un corrispettivo grafico che è stato già affisso (e da domani lo sarà ovunque) su alcuni degli edifici interessati, tra i quali anche Asl e ospedali. Nell'avviso, postato su Facebook dal consigliere leghista Fabio Rolfi e anche sul profilo del governatore Maroni, compare la scritta: "Per ragioni di sicurezza è vietato l'ingresso con volto coperto", tradotta anche in inglese, francese e arabo. Il testo è poi accompagnato da tre immagini eloquenti: rappresentano un casco, un passamontagna e una donna velata con un burqa, tutte con un segno di divieto sovrapposto.

Nell'immagine un riferimento esplicito al burqa

Se dunque, nel testo del provvedimento, mancava un preciso riferimento al velo tipico indossato da alcune donne musulmane, la vetrofania toglie ogni dubbio. Il governatore Maroni si era rifatto al Testo Unico di Pubblica sicurezza che già vieta di entrare in alcuni luoghi indossando caschi o altri indumenti che rendano difficile l'identificazione, salvo prevedere delle eccezioni, tra le quali finora erano rientrate quelle inerenti la religione e i dettami imposti da alcune fedi. Resterà adesso da capire cosa accadrà concretamente a una donna islamica che da domani si presenterà in un ospedale lombardo coperta dal burqa, magari per un'urgenza: chissà se i vigilantes all'ingresso avranno l'ardire di scoprirle il viso o, peggio ancora, non le permetteranno di entrare.

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