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Brescia, truffa con le ambulanze: 2 milioni di chilometri rimborsati e mai percorsi

Una presunta truffa ai danni della Asl e del servizio sanitario regionale è stata scoperta a Brescia. Secondo la procura alcune associazioni di volontariato gonfiavano i rimborsi chilometrici delle ambulanze impiegate nel trasporto dei dializzati. Tra gli indagati anche i direttori generale e sanitario della Asl bresciana.
A cura di Francesco Loiacono
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Rimborsi chilometrici intascati per il trasporto con le ambulanze di pazienti in dialisi. Peccato però che quei viaggi, secondo la procura di Brescia, non sarebbero mai stati effettuati. È questo il nucleo della presunta maxi-truffa ai danni della Asl bresciana e del servizio sanitario regionale scoperta dalla guardia di finanza di Brescia. In totale sono indagate 34 persone, rappresentanti legali di alcune associazioni di volontariato che avrebbero beneficiato dei rimborsi, che ammontano a quasi 1,5 milioni di euro. Tra gli indagati però ci sarebbero anche il direttore generale e quello sanitario della Asl bresciana: nei loro confronti l'accusa è di abuso d'ufficio, per aver applicato "normative diverse rispetto a quelle stabilite da Regione Lombardia", come ha affermato Giuseppe Arbore , comandante della guardia di finanza di Brescia.

Per tutti gli altri indagati, l'accusa è di truffa aggravata e falsità ideologica. Le associazioni di volontariato coinvolte avevano chiesto e ottenuto indebitamente rimborsi per oltre due milioni di chilometri. L'inchiesta è nata dall'esposto in procura di un cittadino, vittima del sistema escogitato. Per verificare gli effettivi percorsi delle ambulanze, i finanzieri hanno installato sistemi di gps sulle ambulanze, oltre a controllare quasi 40mila bolle di servizio relative al periodo compreso tra il primo gennaio 2011 e il 30 giugno 2013.

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