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Brescia, dietro la sparizione dell’imprenditore Mario Bozzoli la pista dell’omicidio

Continuano le ricerche di Mario Bozzoli, imprenditore di Marcheno, in provincia di Brescia, scomparso da cinque giorni. Tra le tante ipotesi degli inquirenti prende sempre più piede quella dell’omicidio. Il legale della famiglia chiederà lo spegnimento degli altoforni della ditta di Bozzoli per cercare anche lì il corpo.
A cura di Francesco Loiacono
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Mentre continuano le ricerche di Mario Bozzoli, imprenditore di Marcheno, in provincia di Brescia, scomparso da cinque giorni, una tra le tante ipotesi investigative prende sempre più piede: l'omicidio. A inquietare gli inquirenti sarebbe in particolare la presenza, nella fonderia di proprietà di Bozzoli, di altoforni che lavorano ad alte temperature: il corpo di Bozzoli potrebbe anche essere finito al loro interno. Motivo per il quale, secondo il Corriere della sera, l'avvocato alla quale la famiglia di Bozzoli si è rivolta, Patrizia Scalvi, vuole chiedere al più resto lo spegnimento dei forni.

Mario Bozzoli è sparito nel nulla da cinque giorni

Mario Bozzoli è scomparso dallo scorso 8 ottobre. La sua auto era posteggiata nel parcheggio dell'azienda e i suoi vestiti erano negli spogliatoi della ditta. L'uomo sembra essere sparito nel nulla. Ha fatto un'ultima chiamata alla moglie giovedì sera alle 19.15, dicendole di essere in ritardo per la cena: "Una doccia e poi arrivo". Ma, come testimoniano i vestiti negli spogliatoi, l'uomo non è mai riuscito a fare quella doccia. Si indaga, oltre che sull'omicidio, anche sull'ipotesi di suicidio, allontanamento volontario e sequestro di persona. Lunedì sono stati sentiti alcuni familiari dell'uomo, come il nipote di Bozzoli, che vive in un'abitazione all'interno del perimetro dell'azienda. Gli investigatori stanno passando al setaccio aeroporti e stazioni, controllando i movimenti bancari e le immagini delle videocamere di sorveglianza. Tutto per cercare qualche traccia a suffragio di una delle ipotesi ancora in campo. Le uniche tracce sono state trovate dai cani molecolari sul retro della fonderia, vicino a un torrente. Ma gli animali non sono poi riusciti a seguirle. Sul posto, per effettuare i rilievi, sono arrivati anche i carabinieri del Ris di Parma, chiamati dal comandante provinciale colonnello Giuseppe Spina, cui spetta risolvere questo vero e proprio giallo.

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