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Brescia, adesca ragazzina su Facebook e la violenta: 50enne a processo

Un 50enne livornese si spacciava su Facebook per un 18enne, per adescare ragazze più giovani. Nel 2010 a cadere nella sua rete una ragazzina bresciana di 14 anni. Adesso l’uomo è a processo per violenza sessuale.
A cura di Federica Gullace
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Un profilo finto su Facebook con informazioni e immagini di un 18enne arzillo: riusciva così ad adescare le ragazzine un 50enne livornese, riempiendole di attenzioni e carinerie. A cadere nella sua trappola, nel 2010, era stata una ragazzina bresciana di soli 14 anni, che dopo aver ceduto a delle avances e complimenti, aveva accettato di incontrare il presunto ragazzo. All'appuntamento però, la cruda verità e la violenza sessuale, avvenuta per ben due volte. Giunto dopo tanto tempo il giorno del giudizio, mercoledì mattina l’uomo, seduto in aula accanto ai suoi legali, ha ascoltato la ricostruzione della storia che lo vede imputato con l’accusa di violenza sessuale sulla minore. Non solo: il livornese sarebbe infatti stato trovato in possesso di materiale pedopornografico.

Presente a testimoniare durante il processo, la migliore amica della vittima, che ha così raccontato davanti al pubblico ministero: "Si erano conosciuti su internet, lui diceva di avere 18 anni. Solo dopo si è resa conto della stupidaggine che stava facendo". Altro testimone, il maresciallo, che al tempo aveva raccolto l’esposto: "I racconti della vittima erano raccapriccianti; io, come padre di famiglia, ero molto a disagio". Secondo le prime ricostruzioni, l’uomo aveva incontrato la ragazzina per la prima volta a Marina di Massa dove aveva avuto il primo rapporto sessuale. Secondo appuntamento a Brescia, e di nuovo la violenza. Una volta resasi conto di quanto stava accadendo, la giovane ha cercato di concludere la "relazione", ma l'uomo ha perso la calma, diventando ossessivo. A quel punto, la ragazzina impaurita, accompagnata dalla stessa amica presente in aula, ha sporto la denuncia ai carabinieri.

Una storia già sentita

L'utilizzo distorto di Facebook come strumento per adescare minori ha purtroppo molti precedenti: come quest’estate, a Pavia, dove una sedicenne aveva confessato di subire delle violenze da parte dello zio dalla tenera età di 12 anni. Il tutto era iniziato durante una festa, dove l’uomo le aveva presentato una ragazza, spacciandola per l'amante, per poi invitarla ad aggiungere su Facebook. Dietro a quel profilo, però, non c'era lei ma lo zio, che, raggirandola con domande scomode, aveva raccolto le ingenue confessioni della nipote, usandole poi per ricattarla e ottenere in cambio rapporti sessuali.

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