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Bomba davanti alla scuola di polizia a Brescia, indagati due anarchici

Il 18 dicembre del 2015 una bomba danneggiò il portone della scuola di Polizia della città lombarda. Secondo gli inquirenti l’ordigno potrebbe essere stato fabbricato da due uomini, uno spagnolo e un italiano residenti in provincia di Trento.
A cura di Enrico Tata
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Svolta nelle indagini sull'attentato di Brescia di un anno fa. Il 18 dicembre del 2015 una bomba danneggiò il portone della scuola di Polizia della città lombarda. Secondo gli inquirenti l'ordigno potrebbe essere stato fabbricato da due uomini, uno spagnolo e un italiano residenti in provincia di Trento, ora indagati con le accuse di attentato con finalità di terrorismo e detenzione e fabbricazione di esplosivi.

L'ordigno era costituito da otto chili di polvere da sparo nascosti in uno zainetto. Alcuni giorni dopo l'episodio la cellula anarchica Acca, sconosciuta alla polizia, aveva rivendicato l'attentato. "Abbiamo attaccato uno dei bracci armati dello Stato. In questa ‘scuola' vengono istruiti sbirri di tutta Italia e di altri Stati", si leggeva in rete su un sito vicino ai gruppi anarchici. Secondo gli investigatori quella bomba avrebbe potuto provocare danni molto più seri. De caso si sono occupati gli investigatori della Digos. I due uomini indagati sarebbero legati a movimenti anarchici operanti soprattutto nel Nord Italia. Sono stati fotografati e segnalati anche durante alcune manifestazioni.

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