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Blitz alla stazione Centrale, sinistra e onlus: “Un rastrellamento pericoloso per la cittadinanza”

Dura presa di posizione di diversi partiti della sinistra, onlus e centri sociali sul blitz di ieri alla stazione Centrale di Milano: “Quello che è successo costituisce un attacco alle libertà e una limitazione dei diritti di tutti e tutte, migranti e non”.
A cura di Francesco Loiacono
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Dura presa di posizione di diversi partiti della sinistra, onlus e centri sociali sul blitz di ieri alla stazione Centrale di Milano. L'imponente operazione delle forze dell'ordine, che ha portato all'identificazione di 52 migranti in questura ma non ha prodotto significativi risultati in termini di individuazione di reati (molte delle persone fermate erano in regola e quattro di loro hanno addirittura scoperto di aver ottenuto lo status di rifugiato proprio grazie ai controlli) è stata definita un "rastrellamento"  e "un pericolo per tutta la cittadinanza".

"Ieri a Milano si è consumato un gravissimo abuso – recita una nota firmata tra gli altri da Milano in Comune, l'altra Europa per Tsipras, Rifondazione comunista e Possibile -. Senza alcuna ragione un abnorme dispiegamento di ‘forze dell'ordine', con tanto di cavalli ed elicottero, ha circondato piazza Duca d’Aosta, chiuso i cancelli della Stazione Centrale, bloccato la metropolitana ed effettuato un vero e proprio rastrellamento di migranti e richiedenti asilo, trascinandone in questura 52. I quattro quinti risulteranno poi essere in possesso di un regolare permesso di soggiorno, e ci chiediamo perciò secondo quale criterio siano stati fermati, se non per il colore della loro pelle".

"Grave passo in avanti nel processo di criminalizzazione dei migranti"

Il comunicato, firmato anche da molti centri sociali milanesi e da onlus come il Naga, prosegue sugli stessi toni: "Crediamo che un’operazione di questo tipo rappresenti un grave passo in avanti nel processo di criminalizzazione dell’immigrazione che sembra l’unico ‘metodo' che le istituzioni (o almeno la gran parte di esse) riescono a concepire e praticare di fronte al fenomeno migratorio. Criminalizzazione dei cittadini stranieri alla quale si è aggiunta ora anche quella delle Ong che operano nel Mediterraneo per evitare di lasciarli affogare. Si prepara così il terreno per l’applicazione a tappeto del decreto Minniti: espulsioni per dimostrare a una opinione pubblica silente e incattivita che ‘si fa sul serio'. Noi crediamo che non si possa tacere e ci aspettiamo che l'amministrazione comunale di Milano, che si propone come modello di accoglienza e inclusione sociale, assuma su quanto accaduto una posizione chiara, intraprendendo iniziative orientate a garantire che nessuna persona che vive sul territorio comunale rischi di essere espulsa sulla base della sua condizione di ‘clandestinità', così come fatto anche da amministrazioni comunali di importanti città globali".

Il 20 maggio in programma una manifestazione "contro tutti i muri"

Una richiesta che arriva anche in considerazione della manifestazione "Insieme contro tutti i muri" in programma il prossimo 20 maggio nel capoluogo lombardo. Un evento nelle intenzioni simile alla marcia pro-migranti che si è tenuta a Barcellona, ma al quale l'amministrazione comunale si avvicina divisa: basti pensare al differente atteggiamento che due esponenti della giunta, gli assessori Majorino e Rozza, hanno mostrato nei confronti del blitz. Il primo si è mostrato molto perplesso, la seconda lo ha in qualche modo addirittura rivendicato.

La nota congiunta di centri sociali, onlus e liste della sinistra prosegue sottolineando come il blitz sia arrivato in un momento "ove la riduzione, da parte dell’amministrazione, dell’accoglienza presso l’hub Sammartini senza che sia stata contestualmente predisposta una soluzione alternativa rischia di moltiplicare le persone senza fissa dimora che, in un infernale corto circuito, diventano oggetto di blitz come quello di ieri". Una riduzione che era però stata smentita dall'assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino: "Nel caos sull'immigrazione di questi giorni (caos che è il frutto di anni di scelte sbagliate di carattere nazionale ed europeo) vedo circolare una leggenda metropolitana che smentisco totalmente: cioè che avremmo smesso di accogliere persone non richiedenti asilo presenti nel nostro territorio. La cosa non è vera – ha precisato Majorino su Facebook -. Abbiamo semplicemente spostato da via Sammartini a via Ferrante Aporti il punto di accesso. La voglio dire così: in questi anni abbiamo, per ragioni umanitarie, dato un tetto a non richiedenti asilo. Il fenomeno, enormemente ridottosi, vogliamo comunque continuare ad affrontarlo visto che non lo fa nessuno. Meglio una sistemazione temporanea in un centro che la strada. (PS: poi ci sono pure profughi che non accettano le nostre proposte di accoglienza e non fanno richiesta d'asilo, ovviamente a questi noi non possiamo garantire alcunché)".

"Il blitz di ieri è un attacco alle libertà di tutti"

Il comunicato congiunto contro il blitz si conclude così: "È evidente a tutti che anche il problema di una città vivibile e sicura non si risolve attraverso interventi di polizia, ma attraverso interventi di accompagnamento all'inclusione sociale, in particolare nei confronti dei cittadini stranieri in attesa della definizione della loro richiesta di protezione internazionale. Chi alimenta la guerra tra poveri, cavalcando xenofobia e razzismo, si rende disponibile a percorrere una strada molto pericolosa che dall'abuso del diritto può scivolare nel crimine contro l'umanità. Quello che è successo ieri costituisce un attacco alle libertà e una limitazione dei diritti di tutti e tutte, migranti e non. Dobbiamo saperlo per opporci, con forza e determinazione in tutti i modi possibili, ribadendo che ‘nessuna persona è illegale'".

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