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Bimba di 4 anni morta per malaria a Brescia: aperta un’inchiesta

La procura di Brescia ha aperto un’inchiesta sulla morte di Sofia Zago, la bimba di 4 anni residente a Trento ma morta nella notte tra domenica e lunedì agli Spedali Civili di Brescia a causa di una grave forma di malaria.
A cura di Francesco Loiacono
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La piccola Sofia Zago con i genitori
La piccola Sofia Zago con i genitori

Sarà un'inchiesta della magistratura bresciana a far luce sulla morte della piccola Sofia Zago, la bimba di 4 anni residente a Trento ma morta nella notte tra domenica e lunedì agli Spedali Civili di Brescia. Sofia è stata uccisa dalla malaria, una malattia infettiva che si trasmette solo tramite le punture di zanzare infette che però non sono presenti in Italia. Questo, oltre al fatto che la bambina non era mai stata all'estero, sono due degli elementi sui quali la procura di Brescia dovrà fare chiarezza.

La febbre alta: poi il ricovero a Trento e il trasferimento a Brescia

Sofia aveva accusato febbre alta lo scorso sabato. I genitori l'avevano portata al pronto soccorso pediatrico dell'ospedale Santa Chiara di Trento, dove i medici le hanno diagnosticato la malaria. Nonostante la diagnosi rapida e le terapie, le condizioni della piccola sono rapidamente peggiorate e Sofia è entrata in coma. I medici del Santa Chiara hanno disposto il trasferimento in elicottero agli Spedali Civili di Brescia, dove oltre al reparto di Rianimazione pediatrica è attivo anche l'Istituto per le malattie infettive a indirizzo tropicale. Sofia è però arrivata già in gravissime condizioni e i medici non hanno potuto fare niente per salvarla: il decesso è avvenuto tra domenica e lunedì.

Sofia è stata colpita dalla forma più grave della malattia, la malaria cerebrale. Si tratta di un tipo di morbo aggressivo trasmesso dal Plamodium Falciparum, ossia la specie più aggressiva di un protozoo parassita che viene trasmesso dalla puntura di una zanzara Anopheles. La morte può arrivare anche entro 24 ore nei casi più gravi.

Mistero sulle modalità del contagio

In attesa delle conclusioni della magistratura e dell'indagine epidemiologica, sulle modalità del contagio ci sono solo ipotesi, tutte da provare. Accertato che la famiglia di Sofia non era stata in Paesi a rischio, l'attenzione è puntata su dove la bambina ha trascorso gli ultimi giorni. Sofia ha passato le vacanze con i genitori a Bibione, in Veneto. Dopo Ferragosto sarebbe stata ricoverata nel reparto di pediatria dell'ospedale Santa Chiara di Trento, proprio negli stessi giorni in cui erano ricoverati due ragazzini che avevano contratto la malaria in Africa. Non c'è però ancora alcun nesso tra gli episodi anche perché, come affermato dall'epidemiologo Giovanni Rezza al quotidiano "La Repubblica", "visto che in Italia la zanzara non esiste, la trasmissione allora può avvenire con contatto sangue nel sangue e quindi da qualcuno che ha già contratto il virus". Un'altra ipotesi, anche questa tutta da provare, è che la bambina possa essere stata punta da una zanzara arrivata dall'estero intrappolata in qualche bagaglio.

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