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Milano, i pediatri italiani si mobilitano per i bambini profughi

Il Comune di Milano aveva lanciato l’allarme circa i piccoli profughi siriani in attesa di assistenza medica alla stazione ferroviaria. La Società italiana pediatria si mobilita: “Doveroso aiutare”.
A cura di An. Mar.
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La foto del bimbo siriano che ha fatto il giro del web
La foto del bimbo siriano che ha fatto il giro del web

I medici della Società italiana hanno risposto all'allarme lanciato dall'amministrazione milanese per le decine e decine di bambini siriani fermi da giorni nella stazione ferroviaria della città in attesa di cure e assistenza adeguati. A lanciare l'appello in favore dei piccoli  rifugiati erano stati l'assessore alle Politiche Sociali del Comune di Milano Pierfrancesco Majorino e l'assessore alla Sicurezza e Coesione Sociale Marco Granelli. "Il nostro impegno verso i piccoli profughi è doveroso" ha dichiarato il presidente della Sip della regione Lombardia Gian Vincenzo Zuccotti. "Concorderemo con le istituzioni le modalità più adatte per garantire il servizio, con l'intento di renderlo operativo nel più breve tempo possibile".

L'attenzione sul caso è cresciuta nei giorni scorsi quando erano state diffuse suscitato dalle agenzie di stampa alcune immagini che ritraevano i bambini siriani mentre dormivano a terra su fogli di cartone all'interno della stazione di Milano in attesa di assistenza. Immagini che hanno colpito soprattuto i cittadini milanesi che hanno fatto a gara, inviando decine di mail alle associazioni, per offrire sostegno. Qualcuno ha regalato offerto un materasso qualcun altro ha chiesto come portare da mangiare. 

Per quanto riguarda l'assistenza medica per i piccoli migranti la Società italiana pediatria ha già elaborato delle linee guida. "Tali indicazioni – spiega il presidente della Sip nazionale Giovanni Corsello, da sempre convinto che l'assistenza dei minori sbarcati in Italia richieda sforzi e attenzione – hanno l'obiettivo di arricchire le competenze scientifiche, cliniche e culturali dei professionisti che operano nei centri di accoglienza, nell'ambito un progetto formativo che partirà l'11 novembre a Catania e vedrà altre due tappe, entro la fine dell'anno, in Puglia e in Calabria".

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