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Avevano 51 kg droga e 20mila euro falsi: 4 arresti a Bruzzano, anche figlio del boss Pompeo

Trovati in possesso di 51 kg di marijuana e banconote false per un valore di 20mila euro. Arrestati tre albanesi e il figlio del boss Rocco Agostino Pompeo, Luigi Pompeo, a Bruzzano.
A cura di Stefano Rizzuti
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Luigi Pompeo, 42 anni, figlio del boss Rocco Agostino Pompeo, è stato arrestato dalla polizia a Bruzzano, una zona a nord di Milano centro del traffico di droga in città. Pompeo fa parte di una delle famiglie storiche della malavita milanese, legata alla cosca degli Arena della ‘ndrangheta di Isola Capo Rizzuto, nel crotonese. Pompeo è stato fermato venerdì pomeriggio dagli agenti del commissariato Comasina insieme a tre albanesi in flagranza di reato: l’accusa è quella di associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti e alla diffusione di banconote false.

La banda occupava un appartamento di proprietà di un anziano defunto che non aveva eredi. Quella casa era diventata la loro base e al suo interno sono stati trovati 51,1 kg di marijuana, 242 banconote false da 50 euro e 88 banconote false da cento euro. Inoltre, nella stessa abitazione, è stata trovata una pistola browning calibro 7.65 con le relative munizioni. Gli altri tre uomini arrestati hanno 31, 20 e 18 anni e hanno dei precedenti a loro carico.

Il totale del valore delle banconote sequestrate ammonta a 20mila euro. Le indagini sono state svolte attraverso monitoraggio sul posto, anche grazie ad alcune informazioni ricevute che hanno reso possibile l’individuazione della base che si trovava in via Lanfranco della Pila. All’interno dello stesso palazzo vivevano i tre albanesi: Eduart Korkaj e i due fratelli Malollari: Anxhelo e Igli. Secondo quanto emerso dalle indagini, i tre avevano le chiavi dell’appartamento in cui sono stati rinvenuti i borsoni con all’interno la droga, la pistola e le banconote false.

In casa di Pompeo, invece, sono stati trovati alcuni grammi di marijuana e le chiavi dello stesso appartamento che usavano come base per l’associazione a delinquere. I quattro si conoscevano già da tempo, tanto che Luigi Pompeo avrebbe fatto alcuni bonifici a favore di Korkaj quando quest’ultimo si trovava in carcere a Roma. Korkaj è indagato, in un altro processo, per omicidio.

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