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Autostrada Pedemontana, la procura chiede il fallimento: il 24 luglio la decisione

La procura di Milano ha chiesto alla società Autostrada Pedemontana lombarda di dichiarare fallimento. Per i pubblici ministeri la società sarebbe insolvente e non potrebbe andare avanti, per ultimare le tratte che ancora rimangono da completare. Il presidente di Apl, Federico Maurizio d’Andrea, replica: “Siamo certi della regolarità della nostra condotta, della sussistenza del requisito di continuità aziendale e quindi dell’assenza dello stato di insolvenza”.
A cura di Francesco Loiacono
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Si tratta di una delle opere pubbliche più controverse degli ultimi anni in Lombardia, assieme alla Brebemi. Parliamo dell'Autostrada Pedemontana, opera pubblica che era stata pensata fin dagli anni Cinquanta e che, allo stato attuale, non è stata ancora ultimata: nel 2015 sono infatti state inaugurate solo due tratte, ma restano da completare 157 chilometri del tracciato, che passa a nord di Milano e dovrebbe collegare le province di Bergamo e Varese (e i due aeroporti di Malpensa e Orio al Serio).

Chissà però se il progetto, già criticato da Legambiente e finito nel mirino dell'Anac di Raffaele Cantone, sarà mai portato a termine: perché la procura di Milano, segnatamente i pubblici ministeri Roberto Pellicano, Paolo Filippini e Giovanni Polizzi, hanno depositato una richiesta di dichiarazione di fallimento, notificandola anche alla società.

Secondo i pm Autostrada Pedemontana lombarda Spa (partecipata al 70 per cento da Regione Lombardia), si troverebbe in stato di insolvenza e non sarebbe in grado di andare avanti. Mancano i fondi, in sostanza, come aveva già denunciato l'ex presidente della società, Antonio Di Pietro, alla guida di Apl da luglio 2016 fino allo scorso aprile e come aveva denunciato il Pd già nel 2015, quando (a novembre) venne introdotto il pedaggio sulle tratte ultimate.

Per conoscere il destino della società, e di conseguenza anche dell'autostrada, bisognerà aspettare il 24 luglio, quando è in programma un'udienza presso il tribunale di Milano. Intanto il nuovo presidente della Apl, Federico Maurizio d'Andrea, si dice tranquillo e sorpreso: "Quella della Procura è una richiesta che ci sorprende in quanto a nostro avviso non esiste alcuna situazione, né dichiarazione di insolvenza, che pur sarebbe necessaria a motivare la richiesta di fallimento" – ha detto d'Andrea all'Ansa – Siamo certi della regolarità della nostra condotta, della sussistenza del requisito di continuità aziendale e quindi dell'assenza dello stato di insolvenza. All'udienza del 24 luglio porteremo le nostre controdeduzioni e siamo fiduciosi che verranno accolte dal giudice competente".

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