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Arresto Antinori, nell’ordinanza del gip le minacce all’infermiera: “Se parli ti faccio uccidere”

Nell’ordinanza con cui il gip ha disposto gli arresti domiciliari per Severino Antinori, spuntano presunte minacce di morte fatte dal noto ginecologo all’infermiera che lo ha accusato di averle prelevato contro il suo consenso almeno sei ovuli. Intanto Barbara Bella, accusata di essere la presunta reclutatrice di donatrici del medico, lo difende: “Non credo che abbia imbavagliato o legato quella ragazza”.
A cura di Francesco Loiacono
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Severino Antinori
Severino Antinori

Minacciata di morte. Costretta ad operarsi perché altrimenti il suo utero sarebbe "esploso". L'ordinanza di custodia cautelare con la quale il giudice per le indagini preliminari di Milano, Giulio Fanales, ha disposto gli arresti domiciliari per il noto ginecologo Severino Antinori, riporta pesanti affermazioni attribuite al medico, accusato di rapina e lesioni personali aggravate per aver prelevato sei ovuli a una 23enne spagnola senza il suo consenso nella clinica Matris in via dei Gracchi a Milano, ora sotto sequestro. Il gip ha ricostruito tutte le fasi della disavventura vissuta dalla giovane infermiera, dal momento del suo incontro con il medico a quando è riuscita a denunciare ciò che avrebbe subito ai carabinieri.

Antinori all'infermiera: "Se non ti operi ti esplode l'utero"

Dopo aver incontrato la giovane spagnola in un ristorante lo scorso febbraio a Milano, Antinori l'avrebbe assunta in prova prima nella sede romana della sua clinica e poi a Milano, prospettandole un contratto da 1.700 euro al mese (che secondo i legali della ragazza non sono mai stati versati). L'episodio clou, al centro dell'inchiesta che ha travolto il noto ginecologo, è avvenuto il 5 aprile. In quella data, Antinori avrebbe convinto la ragazza a sottoporsi a un intervento per curarle delle cisti ovariche, paventandole in caso contrario il rischio di esplosione del suo utero. Durante l'operazione, eseguita in anestesia generale contro la volontà dell'infermiera, Antinori le avrebbe asportato gli ovuli (non meno di sei, forse otto, le indagini sono ancora in corso dopo il sequestro di materiale genetico dalla clinica milanese Matris). Ad aggravare la posizione di Antinori ci sarebbero due elementi: secondo il gip il medico avrebbe infatti sottratto il cellulare alla ragazza (che infatti ancora non si trova) e avrebbe anche falsificato i moduli di consenso informato prima dell'intervento.

Dopo l'intervento chirurgico, inoltre, sarebbero arrivate le minacce di morte da parte del medico: "Possedendo denaro e potere, avrebbe incaricato alcune persone di ucciderla" se la ragazza avesse denunciato alla polizia l'operazione subita, scrive il gip.

Il gip: "Antinori indifferente a dignità e corpo donna"

Nell'ordinanza del giudice sono presenti anche i motivi che hanno portato alla richiesta di arresti domiciliari: "L'indifferenza nei confronti della dignità e del corpo della donna, dimostrata dall'Antinori, obnubilato dalla finalità di guadagno (…) rende evidente il pericolo della commissione di delitti della stessa specie". Il gip ha esteso il giudizio anche alle "due segretarie, disposte a tutto pur di assecondare i desideri del datore di lavoro. Per le donne è stato disposto l'obbligo di dimora: "L'impellente bisogno di reperire ovociti, idonei all'immediato impianto nell'utero delle clienti, nell'esclusiva ottica di massimizzazione del profitto, induceva Antinori e le sue collaboratrici a comportamenti spregiudicati".

La presunta reclutatrice: "Non credo che Antinori abbia legato quella ragazza"

Fin qui, la versione raccontata agli inquirenti dalla 23enne spagnola. Ma versioni diametralmente opposte, oltre che dai legali del ginecologo – che intanto, nella sua casa romana dove si trova ai domiciliari ha iniziato lo sciopero della fame – arrivano anche da Barbara Bella, accusata di essere la reclutatrice delle donatrici di Antinori. La donna ha parlato ai microfoni della trasmissione Pomeriggio 5 condotta da Barbara D'Urso: "Sono entrata in contatto con Antinori per avere un figlio e così ho conosciuto la situazione in Italia. Se vogliono chiamarmi reclutatrice possono farlo io non ho nessun problema, non credo che quest'uomo abbia imbavagliato o legato quella ragazza". Bella ha poi affermato di trovarsi alla clinica Matris quando la ragazza si sottopose all'intervento incriminato: "L'ho vista uscire come una matta. Piangeva, sembrava perfino drogata. Ho chiesto cosa fosse successo. Mi ha detto che lo accusava di averle rubato il telefonino, mi sono messa a ridere. Il professore ha chiamato i carabinieri".

La presunta reclutatrice è anche entrata nel merito del tipo di intervento eseguito alla clinica Matris: "Non si tolgono le cisti ovariche da Antinori, come fa a dirlo? Lì si va solo per essere donatrice o per l'inseminazione. Il mio parere – ha poi aggiunto Bella – è che cercasse un pretesto per scucire soldi al professore". Sul metodo di pagamento utilizzato da Antinori per le donatrici Barbabra Bella ha specificato: "Lui ha sempre detto che alle ragazze dava un rimborso. Glieli dava in nero? Io non lo so, non sono l'amministratrice della società. Non capisco perché queste ragazze dicono che non hanno avuto i soldi promessi – ha poi concluso – la clinica non avrebbe avuto nessun interesse ad incattivire la gente".

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