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Arresto Antinori, il ginecologo: “L’infermiera era dell’Isis, è un complotto”

Dalla sua abitazione romana, dove si trova ai domiciliari, il ginecologo Severino Antinori si è difeso dalle accuse di aver rubato otto ovuli a una ragazza di 23 anni contro la sua volontà: “La ragazza era dell’Isis, l’ho scoperta. Si tratta di un evidente complotto”. Secondo Antinori non ci sarebbe stata alcuna violenza verso la ragazza: “Si è auto-lesionata con un bastone, abbiamo 30 prove”. Ma le sue dichiarazioni fanno infuriare la procura, che adesso chiede il carcere.
A cura di Francesco Loiacono
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Nella controversa vicenda dell'arresto del noto ginecologo Severino Antinori, accusato di rapina e lesioni aggravate per aver prelevato otto ovuli a una spagnola di 23 anni, mancava solo una cospirazione legata alla religione. Adesso però in campo c'è anche questa ipotesi, almeno stando a quanto riferito dallo stesso Antinori a una troupe della trasmissione tv Pomeriggio Cinque: "È chiaro che si tratta di un evidente complotto. Mi ha calunniato, organizzata dal mondo arabo", ha detto il ginecologo dalla finestra della sua abitazione romana in cui si trova ai domiciliari. Nell'intervista "rubata", il medico 71enne ha affermato che la sua accusatrice, l'infermiera di 23 anni, non è spagnola ma viene da Marrakech, in Marocco: "Ha ordito una specie di complotto, a dimostrare che queste tecniche sono vergognose, falsando la verità".

In un'altra intervista, rilasciata questa volta via telefono al Tgr Lombardia, Antinori ha poi calcato la mano: "Era una dell’Isis – ha detto riferito all'infermiera -. Lei l’ha buttata su quella cosa – cioè il furto di ovociti – perché l’ho scoperta". Ma le dichiarazioni del ginecologo, rilasciate in regime di detenzione domiciliare, non sono piaciute alla procura, che ha chiesto il carcere per Antinori.

Antinori: "L'infermiera si è fatta male da sola, ho le prove"

Antinori ha anche affermato di non aver esercitato "alcun tipo di violenza" sulla ragazza, che al contrario si sarebbe invece "auto-lesionata": "Non è vero che lei è stata forzata, è tutto falso. Il magistrato ha le carte. Violenza di nessun tipo, lei si è auto-lesionata. All'uscita si è fatta male con il bastone, abbiamo 30 prove". Il ginecologo ha poi fornito la sua versione sul primo incontro con la ragazza, che secondo lui sarebbe avvenuto a novembre dello scorso anno (e non a febbraio come scritto nell'ordinanza del giudice per le indagini preliminari Giulio Fanales che ha disposto i domiciliari per il medico): "La signora si è sottoposta a tecniche di ovodonazione, con tanto di spiegazione in spagnolo e in arabo. Non era ignara. Ha tentato, io non volevo, mi ha incontrato l'11 novembre in un locale dove si gioca, dove si balla… Sapendo il mio nome". La ricostruzione del primo incontro prosegue: "Io dico ‘ma come fai a sapere il mio nome?', e glielo dico in francese, in italiano e in spagnolo. ‘So che lei e' molto bravo e vorrei donare gli ovuli'. Vabbè… arrivederci… dopo due ore è nel mio albergo". Secondo Antinori l'infermiera, oltre che cercare di dimostrare che il professore fosse "una persona malvagia", "mirava anche al denaro": tesi sostenuta anche da Barbara Bella, ritenuta essere la reclutatrice delle donatrici di ovuli che si rivolgono alle cliniche di Antinori. Adesso quella di Milano, la Matris di via dei Gracchi, è stata posta sotto sequestro dalla magistratura.

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