Agguato a Corbetta, suicida nel carcere di Opera l’uomo che ha sparato all’ex socio

Martedì mattina aveva sparato all'ex socio Giuseppe Lombardo a Corbetta, nel Milanese, accusandolo di avergli rovinato la vita e di essere finito in galera per colpa sua. Dopo essersi consegnato spontaneamente nel carcere di Opera, mercoledì sera Paolo Leone, 62 anni, si è suicidato impiccandosi in cella. Leone aveva finito di scontare la sua pena di otto anni per traffico internazionale di stupefacenti lo scorso giugno. Era convinto di essere stato "venduto" dal 62enne Lombardo, suo vecchio complice nella storia di droga, al quale imputava tutti i suoi ultimi guai: dal carcere alla confisca di tutti i suoi beni, compresa la casa della madre a Ravenna. Da qui è nata l'intenzione di uccidere il suo vecchio complice. Martedì mattina lo ha atteso a Corbetta davanti all'azienda edile dove la moglie di Lombardo lavora. Quando il 62enne si è presentato, Leone gli ha teso un agguato sparandogli tre colpi di pistola.

Martedì l'agguato all'ex complice, poi la resa

Dopo poche ore, mentre in tutto il Milanese era scattata un'imponente caccia all'uomo per trovarlo, Leone si è presentato spontaneamente al carcere di Opera per costituirsi, confessando di aver sparato a Lombardo con l'intenzione di ucciderlo. In realtà la vittima dell'agguato, ferito al volto, versa in gravissime condizioni. Mercoledì sera infine il gesto estremo di Leone, che purtroppo evidenzia ancora una volta come il problema dei suicidi in carcere sia drammaticamente attuale: secondo un report curato dalla rivista Ristretti orizzonti nell'ultimo anno erano stati finora 32.