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Aggressioni con acido, Martina scagiona Alex: “Non ha mai usato liquido contro miei ex”

Nuova udienza del processo per le aggressioni con acido in cui sono imputati Martina Levato, Alexander Boettcher e Andrea Magnani. La studentessa bocconiana continua a scagionare il suo amante Alex, accusando Magnani. Sul motivo delle aggressioni a Barbini e Carparelli ha detto: “Gesto dimostrativo per la mia autostima”.
A cura di Francesco Loiacono
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Nuova udienza del processo sulle aggressioni con acido che sarebbero state commesse da Alexander Boettcher e Martina Levato – già condannati a 14 anni per aver sfregiato Pietro Barbini – con la complicità di Andrea Magnani. Martedì in aula la scena è stata occupata principalmente da Martina, che ha fornito la propria versione sulle altre aggressioni compiute o tentate. Tre gli elementi più importanti emersi nel corso dell'udienza: in primo luogo la motivazione delle aggressioni. Quella a Barbini "è stato un gesto dimostrativo per la mia autostima e anche nei confronti di Alex per fargli vedere che ero in grado di riconquistare la mia dignità", ha spiegato Martina. Per quanto riguarda la tentata aggressione a Carparelli, invece, sarebbe stata compiuta per "colpire chi mi aveva fatto del male, chi mi aveva trattato come un oggetto sessuale".

Martina accusa Andrea Magnani

In secondo luogo Martina ha continuato a scagionare l'amante Alexander Boettcher, dal quale lo scorso agosto ha avuto un figlio, accusando della tentata aggressione al fotografo Carparelli Andrea Magnani. Sarebbe stato sempre Magnani, secondo Martina, a suggerirle di usare una pistola per "risolvere" le questioni con i suoi ex ragazzi. Al pubblico ministero Marcello Musso non ha però voluto rivelare il nome della persona dalla quale Magnani aveva detto di poterla acquistare – un non meglio specificato uomo in un campo rom -. Riferita ad Alexander, Martina ha detto di non averlo mai visto "usare acido contro i miei ex fidanzati", così come ha detto di non averlo mai informato sui piani per aggredire Barbini e Carparelli, comunicati invece a Magnani.

In aula anche Stefano Savi, sfregiato in via Quarto Cagnino

Per il pm Musso, che ha detto che Martina "è la parte sfortunata dell’élite milanese" che sta sfilando nel corso del processo, le risposte della studentessa bocconiana continuano a essere reticenti. Ad esempio sulla lista degli obiettivi futuri delle aggressioni, che secondo Magnani sarebbe esistita ma che per Martina era un semplice foglio con nomi casuali.

All'udienza hanno partecipato in qualità di parti civili Stefano Savi, studente sfregiato forse per errore la notte del 2 novembre in via Quarto Cagnino – per la sua aggressione Martina continua a definirsi innocente – e Antonio Margarito, che avrebbe subito un tentativo di evirazione da parte di Martina dopo aver avuto nell'estate 2013 un rapporto consenziente con la ragazza durante una vacanza a Gallipoli. Ha testimoniato anche Giorgio Bindi, amico di Pietro Barbini: nelle sue parole è emersa tutta la preoccupazione del giovane, sfregiato nel dicembre 2014, per la relazione di Martina, sua compagna alle superiori, con Alexander: "Cercava di convincerla a lasciarlo. Era preoccupato perché lei gli raccontava che lui la trattava male, lei diceva a Pietro che facevano cose pesanti e gli parlava di storie di orge".

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